Coronavirus, i sindaci a Fontana: "Diteci quanti sono i contagiati"

La lettera sottoscritta da 62 Comuni del Varesotto che vogliono essere coinvolti nella gestione dell’emergenza

Il serbatoio di ossigeno liquido a Busto

Il serbatoio di ossigeno liquido a Busto

Varese, 29 marzo 2020 - I sindaci della provincia scrivono al presidente della Regione Attilio Fontana: 62 primi cittadini hanno firmato una lettera con cui chiedono un maggior coinvolgimento dei Comuni nella gestione dell’emergenza. È la seconda missiva inviata al governatore sul tema, in cui vengono delineate difficoltà di comunicazione con Ats Insubria, con cui è stato siglato un protocollo nelle scorse settimane. "I sindaci – scrivono – non sono tempestivamente informati sui reali contagi presenti nei propri comuni. Tale gestione rischia di non consentire ai cittadini un’adeguata tutela". Nella lettera è poi ribadita la necessità di un supporto da parte di Ats alle persone in quarantena, oltre all’individuazione di strutture per i degenti che devono terminare la convalescenza. Il testo si chiude con l’auspicio che la regolare attività sanitaria per le persone affette da altre patologie possa riprendere al più presto.

L’appello è giunto in una giornata in cui la provincia di Varese è tornata a registrare un incremento contenuto di nuovi casi. Dopo il boom di venerdì, con 209 contagiati in un solo giorno, ieri l’aumento è stato di 57 unità: sale a 768 il totale dei residenti positivi al virus. Ieri mattina l’Asst Valle Olona ha provveduto a installare un serbatoio di ossigeno liquido da cinquemila litri all’ospedale di Busto Arsizio, come nei giorni scorsi uno da tremila a Saronno: il consumo di ossigeno, infatti, è triplicato. Intanto la situazione di emergenza ha portato nelle ultime ore a una modifica dei turni di servizio del personale dell’Asst dei Sette Laghi. Un provvedimento che non ha trovato il favore delle organizzazioni sindacali, che contestano la scelta aziendale. "In tutte le realtà ospedaliere lombarde si lotta giorno dopo giorno, attimo dopo attimo – si legge in una nota – ma in nessun presidio si è imposto di modificare i turni di servizio in modo indiscriminato e dall’oggi al domani".

I sindacati chiedono la sospensione delle decisioni assunte e la convocazione in videoconferenza per un confronto in cui poter condividere una linea strategica che permetta di tutelare gli operatori sanitari. "Sono lavoratori che rischiano veramente la vita – commenta Gianna Moretto, segretaria della Fp Cgil Varese – e hanno paura di portare a casa l’infezione. Abbiamo chiesto all’amministrazione di pensare a degli alloggi esterni all’ospedale per non far tornare il personale nelle proprie abitazioni. Chi è in prima linea è molto agitato, stanno lavorando con dpi non di qualità". Per Annunziato Praticò, segretario della Fps Cisl dei Laghi, serve uno spirito di partecipazione e collaborazione a favore dei dipendenti. "In questo momento gli azionisti dell’azienda sono i lavoratori. Bisogna considerare le loro istanze. Se viene a mancare la salute degli operatori, crolla tutto".

Alle osservazioni dei sindacati ha risposto l’Asst dei Sette Laghi. Il direttore delegato alle relazioni sindacali, Ivan Mazzoleni, ha elencato i numeri della riorganizzazione in corso: saranno attivati 27 nuovi posti letto di Terapia intensiva e altri 40 per la Medicina ad alta intensità, a cui si aggiunge l’aumento di posti nella struttura di Cuasso al Monte. "Gli anestesisti e gli internisti ci sono, servono 80 infermieri – spiega Mazzoleni –: abbiamo cercato rinforzi, ma le assunzioni deliberate in questi giorni non hanno sortito i risultati sperati: molti degli infermieri chiamati hanno rifiutato l’incarico. La scelta di modificare la turnistica è la stessa già adottata in molti altri ospedali lombardi, l’unica percorribile".