Cocquio Trevisago: "Non vuoi mangiare? Allora ti tolgo l’acqua"

Umiliazioni e colpi proibiti registrati dalle telecamere nel nido della maestra sospesa. E il compagno si spogliava davanti ai piccini

L’asilo nido di Cocquio Trevisago: l’attività è stata sospesa per sei mesi

L’asilo nido di Cocquio Trevisago: l’attività è stata sospesa per sei mesi

Cocquio Trevisago (Varese), 8 dicembre 2019 - La porta spalancata sulla sala comune dove si trovava anche una delle bimbe iscritte nell’asilo di proprietà della compagna, si spoglia completamente cambiandosi gli abiti. Poi esce, si avvicina a un’altra piccina e le dice (ma utilizzando un termine più volgare): «sedere», perché lei lo ripetesse. La bimba, ancora incapace di articolare bene le parole, risponde «No». Lui la incalza, chiamandola per nome per attirarne l’attenzione, invitandola a ripetere la parolaccia. È uno degli atteggiamenti contestati al compagno della maestra del nido privato “I folletti del bosco”, sospesa per sei mesi perché accusata di maltrattamenti su minori, al termine di un’indagine dei carabinieri di Besozzo. Lei, che dalla pagina social raccontava una quotidianità improntata all’educazione dei bambini e alle varie attività organizzate per stimolarne creatività, fra le quattro mura della struttura di via Verdi avrebbe fatto ben altro. Ceffoni, insulti razzisti ma anche l’esposizione a scene non certo edificanti, insieme al compagno, invitato all’asilo per pomeriggi “hot”. Oltre a permettere all’uomo di cambiarsi sotto gli occhi dei piccoli, la donna gli avrebbe consentito di coricarsi nella sala nanna, dove anche i bambini venivano messi a riposare. Le telecamere li hanno inoltre ripresi in intimità, in un’altra stanza dell’asilo, mentre i piccoli venivano lasciati a loro stessi. Quando la donna si trovava con gli allievi, invece, a quanto emerso dalle indagini, la sua pazienza si esauriva piuttosto in fretta. Le telecamere hanno registrato le invettive. Uno degli episodi contestati è emblematico.

Nella ricostruzione degli investigatori si cita un bambino che, saltellando per la sala comune, non vuole andare sedersi al tavolo. «Siediti, basta», gli dice la maestra. Siccome il piccolo non obbedisce, la donna lo strattona per un braccio e gli grida nuovamente contro: Vai a dormire, adesso basta». Poi lo sculaccia, lancia il suo cuscino e, rivolgendosi, a un’altra bambina esclama: «Non capisce». Tre giorni dopo, un altro bambino finisce nel mirino, questa volta perché estrae i giocattoli da una scatola. «C’è il dado lì, non vedi che lo schiacci?», grida l’insegnante. Poi lo prende per un orecchio e lo trascina verso una sedia gridando «Così impari». Parole che scatenano il pianto del bimbo. È lo stesso ragazzino che, qualche ora più tardi, viene sgridato dalla donna perché appoggia la testa sul tavolo. «Non dormire!», urla l’insegnante. Poi lo strattona prendendolo per il collo della maglietta e gli scuote la testa. Infine lo costringe a restare seduto per venti minuti in punizione. A un terzo piccino non va meglio. Durante il pranzo la maestra lo imbocca bruscamente perché - a suo dire - mangia troppo lentamente. «Muoviti, sei proprio rimbambito», aggiunge. Dato che il bambino non “obbedisce”, la donna gli toglie l’acqua, esclamando: «Visto che non mangi...». La donna, ascoltata dagli inquirenti, avrebbe ammesso di aver colpito i bambini, momenti documentati dalle telecamere, ma solo «leggermente», e ha ammesso di aver avuto un rapporto sessuale con il compagno nell’asilo. Confermate anche insulti e derisioni ma, ha detto la donna, «senza intento offensivo».