"Chiudete l’inceneritore a Borsano". Ma la richiesta M5S non passa

La mozione grillina per fermare l’impianto bustocco (ma anche quelli di Como e Cremona) bocciata in Consiglio regionale. A sostenerla i comitati dei residenti, sul piede di guerra dopo l’incendio di aprile

L’enorme nube di fumo che si era alzata dall’inceneritore lo scorso 11 aprile

L’enorme nube di fumo che si era alzata dall’inceneritore lo scorso 11 aprile

Busto Arsizio (Varese), 4 maggio 2022 - Respinta ieri dal Consiglio regionale la richiesta di chiudere il termovalorizzatore ex Accam, oggi gestito da Neutalia, in funzione in via Arconate nel rione di Borsano. La mozione sulla dismissione degli impianti era stata proposta dal Movimento 5 Stelle con primo firmatario il capogruppo Roberto Cenci e chiedeva alla giunta Fontana di "porre in essere tutte le azioni necessarie per predisporre, un piano, comprensivo di cronoprogramma, per la progressiva dismissione degli impianti di incenerimento lombardi più vecchi e meno efficienti, Cremona, Busto Arsizio e Como". Si chiedeva anche "di "avviare tavoli di confronto fra le parti interessate, al fine di programmare la chiusura degli impianti in questione, nonché la bonifica dei siti interessati, affiancando e coadiuvando gli attuali proprietari e gestori degli inceneritori".

È intervenuto l’assessore regionale all’Ambiente Raffaele Cattaneo sull’argomento, quindi la votazione che ha respinto la mozione. In serata la replica immediata dei Comitato No Inceneritore "Noi invece ribadiamo che l’impianto di Borsano va chiuso subito – ha detto Emanuele Fiore, coordinatore del comitato – ribadiamo quanto abbiamo detto con chiarezza alcuni giorni fa nell’incontro con l’assessore Cattaneo, il nostro slogan è "ne abbiamo pieni i polmoni", da mezzo secolo conviviamo con l’inceneritore, adesso basta, la salute per noi è al primo posto per questo ora chiederemo l’incontro con l’assessore Letizia Moratti". Il Comitato è chiaro: basta investire sull’inceneritore, impianto obsoleto da chiudere subito.

L’inceneritore, che serve tutta l’area dell’Alto Milanese e quindi anche il Legnanese, resta nell’occhio del ciclone dopo il passaggio della gestione da Accam a Neutalia. Nonostante gli investimenti economici di quest’ultima per ridurre l’impatto ambientale, 12 milioni, di cui 5 milioni per opere già effettuate, con l’obiettivo ridurre le emissioni, l’impatto ambientale e migliorare l’impianto. A dare 'benzina' agli oppositori, l’incendio dello scorso 11 aprile in un’area esterna dov’erano stoccati dei rifiuti. "Abbiamo avuto la conferma delle nostre paure: è un’attività ad altissimo rischio per la salute e l’ambiente – spiega il comitato – cambia la proprietà ma non cambia nulla. Dal punto di vista della salute, non vediamo nessuna svolta tra la gestione. E stiamo parlando del secondo incendio in due anni: cos’altro serve per capire che non c’è presidio di un’attività ad alto rischio ambientale e per la salute?".