Via Veratti, il cedro sarà tagliato: agronomi al lavoro sugli innesti

Il vicesindaco agronomo Daniele Zanzi già in passato s’è occupato del cedro proveniente dal Marocco, un simbolo vegetale di tutta la città

Il vicesindaco Daniele Zanzi

Il vicesindaco Daniele Zanzi

Varese, 8 maggio 2019 - Il termine ultimo per l’addio al piantone di via Veratti è sempre più vicino, restano sempre meno rami a mostrare segni vitali. Proprio sulle propaggini che resistono è però intenzionato a lavorare il vicesindaco agronomo Daniele Zanzi che già in passato s’è occupato del cedro proveniente dal Marocco, un simbolo vegetale di tutta la città. «Nel 2016 ho fatto fare alcuni innesti su cedri simili - spiega Zanzi - l’intento è quello di ottenere lo stesso corredo genetico della pianta madre». I risultati arriveranno con pazienza. Della decina di rami raccolti come eredità dal piantone ne sono sopravvissuti solo tre, a testimonianza di quanto la pianta sia segnata dal tempo e dalla malattia che l’ha colpita.

Il numero due di palazzo Estense aggiunge poi come l’intento non sia quello di operare con una ripiantumazione di un eventuale nuovo esemplare all’imbocco del corso Matteotti di via Veratti, laddove l’esemplare proveniente dal Marocco domina il circondario dal lontano 1870. Racconta Zanzi: «Sarebbe un atto di lamarckismo (da Jean Baptiste de Lamarck, biologo che vide le proprie teorie superate dagli studi di Darwin ndr). La verità è che quel cedro è cresciuto in un tempo totalmente diverso da quello attuale. Quel viale una volta ospitava il via vai delle carrozze, oggi è una zona che vede il traffico di molti più veicoli e dal diverso impatto, la stessa pianta è cambiata nella sua presentazione. Non è più l’alto esemplare che testimoniano le foto in mio possesso del 1928». Quale futuro quindi per i “figli” del piantone? Per alcuni anni resteranno in quella che lo stesso Zanzi descrive come una nursery: «Sono molto deboli, ci vorranno un totale di 5-6 anni prima che possano essere portate in città per poi venir interrate». La speranza è che abbiano una vita longeva come il cedro originario. Servirà però individuare la migliore posizione per regalare loro una vita più agevole a quella che sta caratterizzando l’ultimo decennio del “papà”.

Una storia simile, racconta il vicesindaco varesino, la stanno vivendo altri monumenti del verde come un platano napoleonico a Villa d’Este e persino alcuni alberi della foresta di Sherwood (nota per la saga di Robin Hood) per superare i confini italiani. Tornando al cedro di via Veratti, non resta che attendere dunque che il suo destino si compia. Non appena il monitoraggio dell’attività vitale dimostrerà che si è arrivati alla condizione irreversibile si programmerà il taglio. La giunta guidata da Davide Galimberti ha infatti ereditato una situazione ormai definitiva in cui il margine di manovra era decisamente limitato. Il lento spegnersi porterà quindi via un simbolo ultracentenario della città. La cura dei suoi innesti, d’altra parte, potrà far vivere eredi che ne testimonieranno il passaggio nella storia di Varese.