Morti in ospedale a Saronno, un punto a favore di Cazzaniga: nuova perizia su 11 morti

La verità non è scritta

Leonardo Cazzaniga

Leonardo Cazzaniga

Busto Arsizio (Varese), 7 maggio 2019 - Leonardo Cazzaniga lascia sorridente l’aula della Corte d’Assise di Busto Arsizio. I tempi in cui si sentiva definire Dottor Morte devono apparirgli lontani qualche anno luce. E forse è così. I giudici hanno accolto quasi integralmente la richiesta dei difensori di affidare a figure “terze” di esperti una perizia medico-legale sui decessi attribuiti come omicidi all’ex aiuto primario del pronto soccorso del presidio ospedaliero di Saronno. Questo viste le risultanze, antitetiche e assolutamente inconciliabili, delle consulenze di parte. Gli avvocati bresciani Ennio Buffoli e Andrea Pezzangora chiedevano che fossero esaminati dodici casi mortali avvenuti al pronto soccorso e quello di Luciano Guerra (suocero di Laura Taroni, all’epoca compagna di Cazzaniga), avvenuto invece nel reparto di medicina dell’ospedale saronnese. La Corte ha detto sì per undici casi, escludendo (come richiesto dai pubblici ministeri) quelli di Luciano Guerra e di Domenico Brasca, che erano già stati oggetto di una perizia con la formula dell’incidente probatorio.

I periti dovranno dire qual è stata la causa delle undici morti. Se c’è stato un nesso di causalità fra il trattamento farmacologico praticato in sovradosaggio da Cazzaniga e l’epilogo mortale. Se i pazienti erano in condizioni tali da richiedere una sedazione palliativa che ne attenuasse le sofferenze. Un compito delicatissimo per un lungo processo arrivato a una svolta e che con il tempo è andato caricandosi di connotazioni non solo mediche ma anche etiche. Ci si dovrà esprimere sui casi di Pier Francesco Leone Ferrazzi, Luigia Lattuada, Mario Volontè, Angelo Lauria, Federico Mascazzini, Pietro Oliva, Antonietta Balzarotti, Giacomo Borghi, Antonino Isgrò, Giuseppe Pancrazio Vergani, Virginia Moneta.

I tempi sono destinati ad allungarsi. I giudici hanno deciso la sospensione dei termini della custodia in carcere di Cazzaniga fino al termine del dibattimento. È stata accolta la richiesta della procura (una delle subordinate perché quella principale era che la perizia non venisse ammessa) che gli effetti della perizia vengano estesi al responsabile civile (l’Asst Valle Olona) e agli imputati Roberto Cosentina, Maria Luisa Pennuto, Nicola Scoppetta, Paolo Valentini, che rispondono di favoreggiamento e di omessa denuncia nei confronti di Cazzaniga. Cosentina, come direttore sanitario, la nominò e gli altri erano fra i componenti della commissione interna incaricata di valutare gli interventi terapeutici di Cazzaniga per le morti di Isgrò, Lattuada, Lauria e Vergani. La relazione finale stabilì una sostanziale “assoluzione” del vice primario. L’udienza di ieri avrebbe dovuto vedere sfilare i primi testi della difesa, ma è andata deserta. Nessuna delle dieci persone citate aveva ricevuto in tempo la citazione.