Morti in corsia a Saronno, Cazzaniga choc: Laura abortì forzata dal marito

In aula, l'ex viceprimario del pronto soccorso ha dichiarato di aver visto la foto del feto di cui sarebbe stato il padre

Leonardo Cazzaniga

Leonardo Cazzaniga

Saronno (Varese), 23 marzo 2019 - Un amore contrastato dal marito di lei, che però avrebbe potuto essere coronato dall’arrivo di un figlio. Di questo ha parlato ieri in aula a Busto Arsizio Leonardo Cazzaniga, ex viceprimario del pronto soccorso di Saronno imputato a processo in Tribunale a Busto Arsizio per 12 morti sospette in corsia e 3 nella famiglia dell’ex amante infermiera Laura Taroni, già condannata a 30 anni in abbreviato.

Cazzaniga ieri in aula ha dichiarato di aver visto la foto del feto – di cui sarebbe stato il padre – abortito dall’ex amante infermiera su presunta costrizione del marito. «Ho visto la foto dopo l’intervento di raschiamento a cui lei si sottopose», ha spiegato il medico in aula durante il controinterrogatorio condotto dal suo avvocato Ennio Buffoli: «Mi aveva parlato della gravidanza, poi dopo un po’ mi disse che doveva andare a fare un controllo e infine mi mostró l’immagine». Secondo quanto dichiarato da Laura Taroni durante il suo incidente probatorio, il marito Massimo Guerra la fece abortire somministrandole ossitocina, poi la donna fu costretta a ricorrere alle cure dei sanitari, di cui vi è documentazione agli atti. Sempre durante il controinterrogatorio poi, Cazzaniga ha spiegato di essersi sentito “tradito” da Taroni che lo avrebbe di fatto amato soltanto nei primi periodi della loro relazione. Infine il medico ha nuovamente parlato del suo protocollo di farmaci usato sui pazienti «in fin di vita, solo per lenire le loro sofferenze», ribadendo il ruolo etico del medico che deve, secondo la sua morale, fare di tutto per impedire ai pazienti di soffrire inutilmente.