Anziani uccisi dal treno: due paesi in lutto

Cordoglio per l'incidente di Castelveccana e la morte dei coniugi

I rilievi sul luogo dell'incidente a Castelveccana

I rilievi sul luogo dell'incidente a Castelveccana

Casteleveccana, 21 luglio 2019 - Dopo le operazioni di recupero delle salme dei due pensionati deceduti e i lavori di messa in sicurezza della rete, avvenute nella notte, ieri mattina verso le 8 sia la linea ferroviaria Luino-Gallarate-Milano sia la strada provinciale 69 sono state riaperte alla circolazione. Da Luino il primo treno viaggiatori verso Gallarate è partito alle 9.05. Una mattinata, tuttavia, lontanissima dall’ordinaria quotidianità di pendolari e viaggiatori:

«Impossibile – spiega il sindaco di Castelveccana Luciano Pezza, rimasto a lungo sul posto del drammatico incidente costato la vita a Roberto Belsanti, 82 anni e Marisa Milani, 81 anni – dopo quello che è successo». Le immagini del drammatico incidente avvenuto alle 19 di venerdì resteranno per sempre negli occhi di chi è intervenuto. Ieri è stato confermato che l’auto sulla quale viaggiavano i coniugi Belsanti era una Lancia Y: il treno merci che ha travolto la macchina caduta sui binari dopo essere finita fuoristrada l’ha polverizzata. Sul luogo dove è avvenuto l’impatto era rimasta soltanto la cappelliera della vettura. Il corpo dell’ottantaduenne è stato trovato straziato sotto uno degli ultimi vagoni del merci. La parte anteriore dell’auto è stata invece schiacciata dalla testa del treno. E ieri, dopo lo choc dell’incidente, due paesi si sono trovate a dover fronteggiare un lutto straziante. Castelveccana, dove vive la figlia della coppia, dalla cui abitazione i coniugi erano appena partiti per rincasare, e quella di Laveno Mombello dove i Belsanti vivevano. Sposati da oltre 50 anni, l’uomo era funzionario dell’Inail di Varese e ha dedicato tutta la vita alla famiglia, con la moglie sempre al suo fianco.

Una coppia attiva, che amava l’aria aperta, Belsanti sciava regolarmente e adorava le escursioni in montagna: qualche mese fa il Cai lo ha premiato per aver raggiunto lo straordinario traguardo dei 60 anni di iscrizione. Il dolore oggi la fa da padrone, mentre gli inquirenti lavorano per ricostruire l’accaduto. Possibile che Belsanti sia stato tradito da un malore che gli avrebbe fatto perdere il controllo dell’auto finita sui binari. L’autorità giudiziaria, quale atto dovuto, ha aperto un fascicolo con l’accusa di omicidio colposo: il macchinista - che non poteva evitare l’impatto - potrebbe essere indagato a sua tutela e garanzia. Un fascicolo necessario per lo svolgimento di indagini e accertamenti che potrebbe concludersi con la richiesta di archiviazione.