Caro-bollette, la chiusura continua. Le imprese: "Così non lavoriamo"

Varese, gli ordini ci sono ma con corrente e gas alle stelle molte aziende non hanno riaperto dopo le ferie . L’appello degli industriali a Governo e Europa: situazione insostenibile, siamo sull’orlo del baratro

di Lorenzo Crespi

Nel Varesotto è in crescita il numero di imprese che non hanno riaperto dopo le ferie o che hanno già deciso di bloccare la produzione: con i costi energetici da sopportare in alcuni casi diventa ormai diseconomico produrre, nonostante un buon portafoglio ordini. È una situazione allarmante quella che viene descritta da Confindustria Varese, che ha raccolto diverse testimonianze di aziende alle prese con il problema del caro energia. Una crisi che prosegue da inizio anno e sta diventando un vero e proprio macigno. "La situazione già critica da mesi ora è diventata insostenibile. Siamo sull’orlo di un baratro. Non c’è più tempo da perdere. Governo e Unione Europea devono prendere provvedimenti urgenti nei prossimi giorni, altrimenti le conseguenze economiche, produttive e sociali rischiano di essere senza precedenti". Parole che portano la firma di Roberto Grassi, presidente di Confindustria Varese. Il numero uno degli industriali si appella alle forze politiche e al presidente del consiglio Mario Draghi. "Seppur sfiduciato dal Parlamento, ha l’autorevolezza internazionale per accelerare la reazione delle istituzioni europee a uno scenario che rischia di bloccare intere filiere produttive, non solo quelle più energivore".

Non è il primo appello lanciato dall’Unione degli Industriali della provincia di Varese, che già a febbraio aveva sollecitato le istituzioni. Ma la situazione non è cambiata. "Le imprese faticano a capire l’immobilismo di fronte alle bollette che stanno arrivando nei loro uffici di amministrazione – continua Grassi – è questione di sicurezza nazionale. Sono troppe le imprese messe a rischio sopravvivenza". La fotografia delle preoccupazioni degli imprenditori è scattata dalle continue segnalazioni che arrivano ai telefoni della Confindustria varesina e del suo consorzio Energi.Va. Ci sono imprese del settore della plastica che hanno pagato nei primi 6 mesi del 2022 bollette per un totale di 1 milione di euro, contro i 300mila del 2021. Aumenti anche per le tintorie tessili, con punte del +400%. Stesso scenario per la lavorazione dell’acciaio e nell’automotive. Confindustria Varese chiede di mettere in atto soluzioni urgenti, a partire dall’introduzione di un tetto al prezzo del gas, ma anche una politica energetica di lungo periodo.