Luino, chiede i biglietti: capotreno aggredito

Prognosi di 15 giorni per il dipendente di Trenord preso a sberle

La stazione di Luino

La stazione di Luino

Luino (Varese), 28 aprile 2018 - Erano saliti sul treno senza biglietto e quando il capotreno ha fatto loro notare che non potevamo viaggiare senza documento in regola, hanno reagito aggredendolo. È accaduto l’altro giorno a bordo di un convoglio Trenord, sulla linea Gallarate-Luino. I giovani protagonisti dell’episodio sono poi fuggiti. Si tratta dell’ennesima aggressione ai danni di dipendenti delle ferrovie, “colpevoli” di fare il proprio dovere e tentare di far rispettare le regole.

Il capotreno, 48 anni, a quanto si è appreso era a bordo del treno numero 20306, quando si è imbattuto in un gruppo di ragazzi sprovvisti di biglietto. Dopo averli ripresi ed esortati a scendere dal convoglio, l’uomo si è visto letteralmente aggredire da almeno due di loro. Dopo averlo spintonato e colpito al volto a schiaffi, facendolo sbattere contro le pareti del treno, i ragazzi sono fuggiti all’altezza della stazione ferroviaria di Caldè. Il 48enne, che ha riportato alcune contusioni non gravi, è poi andato in ospedale a Luino, dove è stato dimesso con una prognosi di circa quindici giorni. Successivamente è andato a sporgere denuncia alle forze dell’ordine.

Per identificare i responsabili dell’aggressione, potebbero essere fondamentali le immagini delle telecamere di videosorveglianza delle stazioni ferroviarie sulla tratta percorsa dal convoglio, che potrebbero aver immortalato il gruppetto salire e scendere dal treno. Allo stesso modo saranno utili eventuali testimonianze di presenti, così come la descrizione fornita dallo stesso capotreno aggredito.

È del 13 aprile scorso una lettera inviata da un gruppo di capitreno indirizzata alla direzione generale delle due aziende che gestiscono convogli e linea, oltre che al presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana, nella quale vengono evidenziate le aggressioni subite durante il servizio e chiesta maggiore attenzione alla sicurezza. «I treni lombardi non sono un luogo sicuro, non lo sono – si legge nella lettera aperta – per i tanti dipendenti che lavorano e tanto meno per i cittadini lombardi che viaggiano».