Busto Arsizio, sparano a benzinaio: "Vittima dei rapinatori e della giustizia"

Queste le prime parole del 40enne, dopo la sentenza di condanna a sette e otto anni di reclusioni per i due malviventi

Un'aula di tribunale (Foto d'archivio)

Un'aula di tribunale (Foto d'archivio)

Busto Arsizio (Varese), 20 giugno 2019 - "Sono rammaricato per tutto il lavoro svolto dai sanitari per salvarmi la vita e dalle forze dell'ordine che hanno lavorato incessantemente per mesi alla ricerca della verità, la sentenza è stata una sconfitta anche per loro che investono quotidianamente tempo ed energie". Dopo 11 mesi di silenzio Marco Lepri, benzinaio di Busto Arsizio, parla per la prima volta dopo la rapina con sparatoria del 20 luglio 2018. Lo fa adesso, subito dopo la condanna ai due malviventi: rispettivamente sette e a otto anni di reclusione in abbreviato dal Tribunale di Busto Arsizio per tentato omicidio e rapina. 

Tramite il suo avvocato Carlo Alberto Cova, Lepri ha scritto una lunga lettera amara, spiegando come uno dei suoi aggressori, pregiudicato di lunga data, quando lo aggredì "era ai domiciliari per un altro reato", concessi perché sarebbe stato in "precarie condizioni di salute". Lepri, conclude la lettera con il commento del suo legale, "si è sentito vittima di due malviventi, oggi si è sentito vittima del processo giudiziario, la cui vita umana è stata monetizzata in ventimila euro".

Marco Lepri è stato vittima di rapina a mano armata e tentato omicidio poco più di un anno fa: i malviventi, provenienti da fuori provincia, gli hanno teso un agguato mentre rientrava a casa dal lavoro: in pochi minuti: malmenato da entrambi, è riuscito a divincolarsi e scappare cercando la via di fuga. La corsa è stata interrotta da alcuni colpi esplosi alle spalle, di cui uno rimasto fortuitamente in canna, uno mai trovato e 3 andati a segno; leso ad anca e addome, Lepri si è accasciato a terra in una pozza di sangue. I rapinatori, in due, con il volto coperto, sono scappati con in mano i soldi ancora sporchi di sangue, a bordo di uno scooter.  Un’azione fulminea, disperata, con la spietata organizzazione di un commando. La dinamica è stata ricostruita in fretta, anche grazie alla presenza di numerose persone che hanno assistito a una scena da film. All'arrivo dei soccorsi, i sanitari sono rimasti sul posto per stabilizzare le condizioni del 40enne e poi lo hanno portato in codice rosso direttamente in sala operatoria dove l’equipe ha lavorato per ore. Lepri si è salvato: un miracolo, per pochi millimetri non sono stati lesi gli organi vitali: se così fosse stato, nessun soccorso sarebbe servito. La polizia ha immediatamente iniziato le indagini e, grazie allepersone accorse e alla solerzia di alcuni, in poche ore è stato fermato uno dei malviventi. Dopo quattro giorni anche il suo complice.