Busto Arsizio, chiesta la perizia su diari e messaggi: "Eva era soggiogata dalla suora"

La procura vorrebbe dimostrare in appello i reati di stalking e violenza privata dell'ex religiosa verso la ragazza suicida

L’ex suora Maria Angela Farè

L’ex suora Maria Angela Farè

Busto Arsizio (Varese), 24 settembre 2018 - Una perizia psichiatrica basata sull'analisi degli appunti, dei diari e dei messaggi ricevuti dalla vittima, per dimostrare il suo stato di soggezione nei confronti dell'ex suora che avrebbe abusato di lei, da quando era ancora minorenne (nel 2002) fino a un paio di settimane prima del suo suicidio, avvenuto nel giugno 2011. È la richiesta anticipata stamani, e che verrà formalizzata nell'udienza del 4 ottobre, dal sostituto pg di Milano Daniela Meliota che punta a riaprire l'istruttoria nel processo d'appello a carico di Maria Angela Farè, l'ex suora condannata a 3 anni e mezzo di carcere in primo grado per un episodio di violenza sessuale nei confronti di Eva Sacconago e avvenuto poche settimane prima che lei si suicidasse a 26 anni, nel giugno 2011.

In sostanza, la Procura generale, anche attraverso la perizia sulla vittima, vuole arrivare alla condanna dell'ex suora anche per i reati di stalking e violenza privata, dimostrando lo stato di soggezione della ragazza fin da quando aveva 15 anni. Farè, poi, nel 2011 avrebbe immobilizzato la ragazza con delle manette alle caviglie per abusare di lei. Il sostituto pg ha sostenuto l'appello della Procura di Busto Arsizio (Varese) contro il verdetto del Tribunale che oltre ad avere concesso all'imputata le attenuanti generiche, l'ha assolta dalle accuse di violenza privata - gli episodi contestati sarebbero iniziati nel 2002 fino al 2011 - e da quella di stalking.

Anche i genitori della vittima, che si sono costituiti parti civili, assistiti dall'avvocato Tiberio Massironi, chiedono, come il sostituto pg Meliota, che la Corte d'Appello di Milano ordini una perizia storico-documentale sullo stato psicologico della vittima. I giudici in primo grado avevano anche escluso la responsabilità della congregazione religiosa delle Figlie di Maria Ausiliatrice, alla quale apparteneva la suora. Gli abusi, secondo le accuse, iniziarono in una parrocchia a Busto Arsizio, quando la vittima aveva circa 15 anni e sarebbero poi proseguiti per diversi anni. Nel 2011 la ragazza si uccise.

Le presunte violenze emersero dai diari della giovane e da decine di email, sms e lettere scritte in un lungo arco di tempo dalla suora di 23 anni più grande della ragazza e che nel frattempo era stata trasferita e operava in una scuola di formazione nel Milanese. La donna venne, poi, arrestata dagli agenti della Squadra mobile di Varese. Dopo aver trascorso un periodo agli arresti domiciliari e all'ospedale psichiatrico giudiziario di Castiglione delle Stiviere (Mantova), è tornata in libertà. Secondo i pm, diari, scritti e anche video sequestrati dagli investigatori proverebbero le violenze sessuali, mentre per la difesa si trattò di un rapporto consenziente, senza alcun abuso da parte della religiosa che all'epoca era un punto di riferimento per la ragazza, assidua frequentatrice della parrocchia.