Sveglia pentastellata per Accam: "La Regione decida sulla chiusura"

Vertice al ministero dell’Ambiente con i parlamentari del territorio e la consigliera comunale Claudia Cerini

L'inceneritore di Borsano

L'inceneritore di Borsano

Busto Arsizio (Varese), 14 novembre 2019 - Spegnere quanto prima l’inceneritore Accam: è la richiesta dei rappresentanti del Movimento 5 Stelle, dopo l’incontro al ministero dell’Ambiente. A Roma i deputati del movimento Niccolò Invidia e Riccardo Olgiati con Claudia Cerini, consigliere comunale a Busto Arsizio, hanno incontrato i tecnici del ministero, un confronto che hanno definito «interessante e proficuo». La dismissione, fanno sapere Invidia e Olgiati, spetta alla Regione Lombardia. I pentastellati non mancheranno di sollecitare «la Regione affinché controlli e analizzi l’attività di uno degli inceneritori più vetusti in Italia, l’obiettivo è lo spegnimento e la chiusura dell’impianto». Era presente all’incontro Claudia Cerini. «Abbiamo avuto una risposta chiara in merito alla competenza per lo stop all’inceneritore - dice - Tocca alla Regione decidere lo spegnimento e può farlo quando vuole anche con la normativa vigente, non ci sono scuse perché non lo faccia». L’esponente del Movimento 5 Stelle bustese ricorda di aver presentato una mozione sull’argomento Accam, che dovrebbe essere discussa nel prossimo consiglio comunale.

«Nella mozione chiediamo un piano industriale che preveda la chiusura anticipata rispetto al 2027 – spiega - Inoltre chiediamo al sindaco all’interno dell’assemblea dei soci di avere chiarimenti dalla società in merito ai fondi regionali per la bonifica delle aree su cui oggi insiste l’impianto e di sollecitare Accam a predisporre un piano industriale che preveda lo spegnimento al più tardi nel 2025, anno in cui scadrà il contratto d’affitto dei terreni, di proprietà del Comune di Busto. Sono richieste, le nostre, in linea, con quanto già deliberato qualche tempo fa in consiglio comunale».  

Cerini ribadisce quindi la posizione dei colleghi deputati e consiglieri regionali. «L’impianto va chiuso quanto prima. È tra i più vecchi ancora in attività, uno spreco di risorse investire per continui adeguamenti, va spento. E per quanto riguarda lo smaltimento dei rifiuti occorre puntare su sistemi che non inquinano e rispettano l’ambiente come sosteniamo da tempo».  Alla fine di ottobre si è tenuta l’assemblea dei sindaci dei 27 Comuni soci che hanno preso atto che la società non è più “in house” (non ha raggiunto l’80% del fatturato con il conferimento dei rifiuti da parte dei soci, quota prevista dalla Legge Madia), pertanto va definito un nuovo percorso societario mantenendo il controllo pubblico nella gestione. Il cda dovrà presentare un nuovo piano, che possa prevedere la collaborazione con altre realtà nel territorio, sempre pubbliche e attive nel settore.  In questi mesi i Comuni soci devono però indire gare per il servizio di smaltimento dei rifiuti (a cui anche Accam parteciperà) in attesa dell’avvio del nuovo progetto di sviluppo societario che dovrà essere presentato massimo alla metà gennaio 2020. © RIPRODUZIONE RISERVATA