Busto, fiamme all'inceneritore: "E' un allarme. Chiudete l’impianto"

Il rogo fa riesplodere la polemica intorno al futuro di via Arconate. I 5 Stelle: "È obsoleto". Busto e Castellanza: "Lo stop? Un danno"

Mirella Cerini sindaco di Castellanza

Mirella Cerini sindaco di Castellanza

Busto Arsizio (Varese), 16 gennaio 2020 - L’inceneritore è spento. Dopo l’incendio dell’altra notte che ha interessato la sala delle turbine, l’impianto resta fermo: ancora in corso i rilievi da parte dei tecnici quindi si dovrà fare una valutazione dell’entità dei danni e definire gli interventi necessari per riprendere l’attività, uno stop che potrebbe durare tra i 10-15 giorni. Quanto accaduto in via Arconate ha riacceso le polemiche nei confronti dell’impianto, del quale tornano a sollecitare la chiusura il prima possibile i comitati e il Movimento 5 Stelle, con i suoi esponenti politici, regionali e comunali.

Un incidente che ha suscitato preoccupazione, come fa rilevare Adriano Landoni, portavoce del Comitato ecologico inceneritore e ambiente, che da decenni chiede lo stop all’attività di incenerimento nel sito di via Arconate. "Diciamo che è andata bene, non ci sono state conseguenze per le persone, per gli operai che erano al lavoro, l’intervento tempestivo dei vigili del fuoco ha arginato le fiamme, ma quanto accaduto non può lasciare nessuno tranquillo, a cominciare dai sindaci soci di Accam. Una domanda: come possono ancora sostenere che l’inceneritore debba continuare fino al 2027?". Per il portavoce del Comitato il rogo dell’altra notte è "un segnale di allarme, se l’incendio si fosse propagato? Vogliamo pensarci? Legittimo chiedersi: l’impianto è sicuro? Sappiamo che purtroppo i guasti sono alquanto frequenti, la conferma che l’inceneritore è vecchio, quindi deve essere spento. Ricordiamoci che in Lombardia è tra quelli messi peggio, è assurdo continuare a investire per ristrutturazioni: già sono stati sprecati 3,5 milioni di euro. Ai sindaci soci pertanto chiediamo di prendere una decisione coraggiosa, chiudere quanto prima senza sprecare altri 10 milioni di euro. Quei soldi devono essere investiti su sistemi di smaltimento che rispettano l’ambiente".

Chiedono la chiusura immediata gli esponenti dei 5 Stelle. Da Legnano è intervenuto sulla vicenda l’onorevole Riccardo Olgiati che ha condiviso con il gruppo pentastellato legnanese una nota nella quale ha sottolineato come "sono anni che lottiamo per la chiusura di un impianto obsoleto che non ha più alcuna ragione di esistere anche alla luce della sovracapacità di incenerimento della Regione". Sempre un esponente M5s, il consigliere regionale Roberto Cenci, ha subito presentato una mozione: "L’inceneritore è al capolinea, la sua chiusura migliorerà le condizioni ambientali di una Regione tra le più inquinate d’Europa". Sulla stessa linea il sindaco di Canegrate Roberto Colombo: "L’incendio è un’aggravante ma ho sempre sostenuto che l’impianto va chiuso, è vecchio, obsoleto". Per Linda Morelli, vicesindaco di San Giorgio su Legnano, "l’incendio dell’altra notte offre un ulteriore motivo di riflessione riguardo al futuro dell’impianto, bisogna pensare a una riconversione a favore di tecnologie più moderne che puntano sul recupero e riciclo dei rifiuti".

A queste voci replica il sindaco di Busto Arsizio Emanuele Antonelli : "Continuo a ritenere l’inceneritore una risorsa, adesso ci vogliono soldi per rimetterlo in carreggiata, ma resto convinto della sua utilità, ci evita di avere le strade invase dai rifiuti". Il sindaco di Castellanza Mirella Cerini invece rileva: "Accam sta attraversando un momento non facile, l’incendio è un’ulteriore criticità. Mi auguro che si possa trovare al più presto un percorso in grado di portare a uno scenario concreto per il futuro, che dia tranquillità agli enti soci. Chiudere non è la soluzione, sarebbero pesanti le conseguenze economiche per i Comuni e a pagare sarebbero i cittadini".