Tosca e quegli anni felici spezzati

Busto Arsizio, le leggi razziali condannarono la farmacista di via XX Settembre

IL RICORDO Tosca Prinzova con la figlia e una lettera che mandò da un campo di raccolta in Galizia, prima di finire a Kolomea

IL RICORDO Tosca Prinzova con la figlia e una lettera che mandò da un campo di raccolta in Galizia, prima di finire a Kolomea

Busto Arsizio, 17 novembre 2018 - Aveva vissuto gli anni più felici della sua vita a Busto Arsizio, fino al 1938, poi le Leggi razziali fasciste (oggi ricorre l’ottantesimo anniversario del Regio decreto firmato da Vittorio Emanuele III) cambiarono drammaticamente il suo destino: Tosca Prinzova, farmacista, moglie di un veterinario, mamma di una bellissima bambina, Mirusia, dovette abbandonare l’attività e lasciare l’Italia. La sua vita come quella dei suoi cari annientata in un lager nazista.

Tosca Prinzova, ebrea di origine polacca, da anni in Italia, era stata titolare della farmacia in via XX Settembre, angolo via Raffaello Sanzio fino al 1938. Sono trascorsi decenni, l’oblio ha avvolto la vicenda umana di Tosca: a recuperarla alla memoria Anna Maria Habermann, medico come il padre Aldo, figura indimenticata, che ebbe un ruolo importante nel salvare ebrei e partigiani.

Anna Maria da anni sta ricostruendo la sua storia familiare, un fratello, Tamàs, nonni e zii che vivevano in Ungheria sterminati dai nazisti.

Vicende che il padre, per risparmiarle dolore, le aveva sempre taciuto e che poi il destino ha fatto sì che invece lei incontrasse, riannodando il filo dei legami familiari spezzati dall’orrore della guerra e dei campi di sterminio.

Anna Maria Habermann aveva conosciuto la vicenda di Tosca Prinzova dalla madre Rosa De Molli, le due donne erano amiche e l’altra sera l’ha ricordata nell’incontro promosso da Anpi e Aned. Qualche tempo fa tra le sue mani sono capitate alcune lettere trovate in una cassaforte dopo la morte dei genitori scritte proprio dalla farmacista. Documenti preziosi conservati con affetto dalla mamma Rosa.

"Dalle lettere che Tosca inviava da un campo di raccolta in Galizia – racconta – si intuisce la situazione drammatica che gli ebrei stanno vivendo. Tosca ringrazia dei pacchi di aiuti che mia mamma riesce a inviarle, chiede notizie degli amici, rimpiange la vita in Italia che definisce 'una scia luminosa nel grigiore quotidiano'. L’ultima lettera arrivata a Busto Arsizio è datata 26 luglio 1942. Poi il silenzio".

Anna Maria Habermann in questi anni ha compiuto ricerche negli archivi per trovare una risposta a quella domanda che a lungo si è fatta sua mamma: «Chissà la povera Tosca». Secondo informazioni ricevute dall’Imperial War Museum di Londra Tosca con il marito e la figlioletta Mirusia potrebbe essere stata uccisa dai nazisti in una foresta nei pressi di Kolomea oppure avviata nel campo di sterminio di Belzec. Non è sopravvissuta: gli ebrei di Kolomea furono annientati. Il suo è un nome tra milioni. Sarebbe bello ricordarla con la figlia e il marito con una “pietra d’inciampo” all’angolo tra via XX Settembre e via Sanzio, dove visse i suoi anni più felici.