Busto Arsizio, "Ti vendo lo chalet": l'affare immobiliare è un pacco

"Intermediario” spilla 70mila euro a uno svizzero

 Come nell’immortale pellicola “Totòtruffa ’62”

Come nell’immortale pellicola “Totòtruffa ’62”

Varese, 18 settembre 2019 - Ha indossato l’abito “buono” del cantastorie, infilato le scarpe del malvivente senza scrupoli e si è finto intermediario finanziario, riuscendo a truffare e derubare un imprenditore svizzero di una somma di 70 mila euro, fingendo di aver trovato un acquirente per il suo lussuoso chalet in Svizzera da 700 mila euro. Ora i carabinieri della compagnia di Busto Arsizio sono sulle sue tracce, partendo da un borsone di banconote false lasciate nelle mani della vittima del raggiro. A fine agosto, un 70enne imprenditore elvetico con diverse proprietà oltre confine, ha iniziato a cercare un acquirente per uno chalet in montagna che si era deciso a mettere in vendita. Intercettata la richiesta, un italiano lo ha contattato, spacciandosi per brillante professionista del mattone e lo ha persuaso di essere la persona giusta per trovare un compratore. Dopo alcuni scambi di informazioni al telefono, i due si sono incontrati a Busto Arsizio, dove il truffatore ha finto di avere contatti “di alto livello” in banca.

Proprio davanti a un istituto di credito imprenditore e sedicente intermediario immobiliare si sono stretti la mano per la prima volta, per poi spostarsi a discutere dei dettagli della compravendita nella hall di un hotel. Qui, utilizzando una parlantina degna di un attore, il malvivente è riuscito a convincere il 70enne di aver trovato per lui un acquirente particolarmente facoltoso per lo chalet, disposto a chiudere immediatamente l’affare, senza troppi “fronzoli” o pretese. A sostegno delle sue menzogne, gli ha mostrato un borsone ricolmo di denaro, che ha sostenuto essere la caparra in contante del compratore, il quale avrebbe voluto arrivare alla firma del rogito in pochi giorni. «Ormai è fatta, ha visto come sono stato veloce?», avrebbe detto all’imprenditore che, forse senza riflettere abbastanza, si è lasciato ingolosire. A quel punto però, il finto immobiliarista ha preteso per sé una cospicua provvigione, pari al 10% del prezzo di vendita dell’immobile, da corrispondersi immediatamente. Seppur con qualche reticenza, il suo interlocutore si è detto disposto a saldare quanto richiesto. Non è ancora chiaro come il 70enne abbia provveduto al pagamento della somma richiesta, se prelevando da un conto italiano o altro.

Fatto sta che, probabilmente, il truffatore ha immediatamente versato e spostato l’importo appena ricevuto su un conto o una carta di credito intestati a chissà chi, facendo perdere apparentemente ogni traccia. Convinto di aver concluso un ottimo affare, il venditore svizzero ha preso il borsone con la caparra e si è diretto alla sua auto, dopo aver stretto la mano all’uomo che lo aveva appena ingannato, sicuro di rivederlo entro pochi giorni per procedere alle firme di rito. Una volta solo in macchina però, l’imprenditore si è accorto che il denaro nella sacca era falso. Su alcune banconote nascoste sotto la prima fila, era chiaramente stampata la scritta “fac-simile”. I carabinieri, sequestrato il denaro, stanno ora vagliando immagini delle videocamere di sorveglianza dei luoghi dell’incontro, traffico telefonico e testimonianze. Il monito, alla luce di quanto accaduto, da parte di inquirenti e investigatori, è quello di non affidarsi mai a professionisti senza referenze, contattati in rete o per telefono, spesso abili malviventi travestiti da persone capaci di mettere a segno fantomatiche operazioni commerciali e immobiliari particolarmente remunerative per tutti.