Busto Arsizio, il Comune invita i Savoia per la nuova piazza: è polemica

Iniziative contro la presenza di Emanuele Filiberto

La manifestazione di protesta

La manifestazione di protesta

Busto Arsizio, 14 novembre 2018 - Decisione inopportuna quella di inaugurare la rinnovata piazza Vittorio Emanuele II il 17 novembre alla presenza di Emanuele Filiberto, nella data in cui ricorre l’ottantesimo anniversario delle Leggi razziali che portano la firma di Vittorio Emanuele III. Scelta dell’amministrazione comunale che ha suscitato reazioni indignate da parte di personalità cittadine e associazioni antifasciste, alle quali ieri con una “lettera aperta” ha replicato l’assessore al Marketing Paola Magugliani. «Per noi resta una scelta infelice – dice Liberto Losa, avvocato, presidente dell’Anpi bustese – L’iniziativa ci amareggia, molto. Quanto alle figure della monarchia sabauda, nessuno mette in discussione il ruolo di Carlo Alberto e Vittorio Emanuele II, ma occorre distinguere i fatti del Risorgimento da quanto invece accadde nel Novecento”. Losa è chiaro: «Vittorio Emanuele III favorì l’ascesa del fascismo, poi accompagnò la dittatura nel suo tragico percorso, comprese le Leggi razziali e l’entrata in guerra, quel 17 novembre 1938 non può essere dimenticato».

Il presidente dell’associazione partigiani rimarca l’impegno dell’Anpi nel promuovere iniziative per evitare che si smarrisca la memoria storica. E venerdì 16, alle 20.30 nella Sala Verdi in via Pozzi 7 a Busto Arsizio, è in programma una serata di approfondimento sul tema “Monarchia e fascismo: dalle leggi razziali alla tragedia della Shoah”. Relatori saranno Robertino Ghiringhelli, storico, Ester De Tomasi, presidente provinciale dell’Anpi, Leonardo Visco Gilardi, presidente dell’Aned Milano, Agostino Migone, presidente della Fondazione Monsignor Ghetti, Anna Maria Habermann, medico, che racconterà la vicenda della sua famiglia e del padre Aldo Habermann. Una serata per non dimenticare una pagina drammatica della storia italiana che toccò da vicino anche Busto Arsizio.

Per Massimo Brugnone, giovane consigliere comunale del PD «la scelta inopportuna del 17 novembre è un’offesa alla memoria degli ebrei che vivevano nella nostra città, perseguitati dalle leggi razziali e di tutti i nostri connazionali ebrei deportati nei campi di sterminio nazisti». Altre iniziative sono in fase di definizione, mentre il Comitato antifascista ha organizzato per sabato mattina alle 10 in via Milano una “contro-inaugurazione” con canti della Resistenza e il flash mob “Ho visto un re”. Una città, Busto in cui una tipografia coraggiosa, “Saita”, di cui era titolare un ebreo bustocco che si era salvato dalla deportazione fuggendo dal vagone che lo stava portando ad Auschwitz, nel 1954 ha dato alle stampe un piccolo ma prezioso libro, “Antisemitismo”, con la prefazione di un grande giurista, Carlo Arturo Jemolo. Una copia, preziosa, è conservata in biblioteca.