Busto Arsizio, Sos per Accam: "Servono 3 milioni"

Appello del presidente Bellora. I danni dell’incendio alle turbine hanno messo in ginocchio la società già in crisi

Allarme per i conti di Accam: i sindaci del consorzio in assemblea

Allarme per i conti di Accam: i sindaci del consorzio in assemblea

Busto Arsizio (Varese), 15 febbraio 2020 - Soldi: per salvare Accam servono soldi e subito, 3 milioni di euro. I danni causati dall’incendio del 14 gennaio che ha interessato le turbine sono un colpo durissimo, quasi da ko, per la società che già affrontava situazioni non facili dopo l’uscita dal regime “in house” e la necessità di rivedere l’assetto societario. Il conto dei danni, a cui vanno aggiunti i mancati introiti per lo stop forzato dell’inceneritore e le spese per smaltire altrove i rifiuti, è pesante, lo ha ribadito l’altra sera il presidente di Accam, Angelo Bellora, illustrando a Busto Arsizio alla Commissione consiliare Affari generali la situazione.

Ed è in quella sede che ha lanciato il suo appello, “dateci una mano per superare questo difficile momento”, aiutare vuol dire da parte dei soci, i 27 comuni, tra i quali Busto Arsizio è il socio di maggioranza,mettere a disposizione, nelle modalità in cui sarà possibile farlo e ancora da individuare, la liquidità di cui c’è assoluto bisogno per non andare a fondo. Il presidente in questo momento è come il comandante di una nave che sta rischiando di colare a picco, ma non si arrende, resta al timone e cerca in tutti i modi di salvarla. Se il salvataggio sarà possibile, se il suo appello, già lanciato la scorsa settimana all’incontro con i sindaci, sarà stato ascoltato lo si saprà il 28 febbraio, giorno in cui è convocata l’assemblea dei soci. Bellora ai consiglieri comunali bustesi ha illustrato la situazione e tre possibili scenari per il destino di Accam, la messa in liquidazione, la vendita e la riconversione dell’impianto. Prima però la questione più urgente è la liquidità: servono 3 milioni di euro. E toccherà ai soci decidere se salvare l’azienda o decretarne la fine visto che in gioco ci sono posti di lavoro.

Ed ecco i conti presentati da Bellora alla Commissione consiliare bustese: 1,4 milioni di euro per riparare i danni alle turbine, 1,5 milioni di euro tra mancati introiti e spese per smaltire i rifiuti in altri impianti. Soldi che non ci sono. "Rappresento una società che non vuole morire – ha ribadito – per questo aiutateci a salvare Accam" e poi si potrà parlare di strategie per il futuro. Pesa sulla vicenda anche la dichiarazione dell’altro giorno dell’assessore regionale all’Ambiente Raffaele Cattaneo che detto chiaro e tondo che la Regione non darà alcun aiuto, quindi il cerino acceso è nelle mani dei sindaci soci. Si arrangino. Socio di maggioranza è il comune di Busto Arsizio.

«Continuo a ritenere Accam una presenza strategica – dice il sindaco Emanuele Antonelli – certo la situazione è difficile, è stato chiesto un rifinanziamento ai soci, non basta la nostra volontà, vedremo quali risposte arriveranno". Intanto i 27 sindaci stanno ricevendo la lettera del presidente Bellora con la richiesta di sostegno economico per salvare Accam: il 28 si ritroveranno in assemblea per quello che sarà il confronto più drammatico nello storia della società, mai così vicina al baratro. E non basta che oggi in via Arconate, a un mese dall’incendio, riparta una linea. Lunedì invece è stato convocato dal presidente Bellora nella sede della società un tavolo tecnico coi segretari comunali e i responsabili del settore Ecologia dei comuni per individuare il percorso normativo che possa permettere il rifinanziamento da parte dei soci, insomma la strada per recuperare i 3 milioni di euro, indispensabili per salvare Accam.