Boschi in fiamme, un anno di devastazioni

Quello che ha colpito la collina di San Quirico è solo l’ultimo di una serie di roghi che hanno divorato ettari di vegetazione

Migration

di Lorenzo Crespi

Un vasto incendio ha colpito nelle scorse ore la collina di San Quirico, sopra l’abitato di Angera. Il rogo è partito nella serata di venerdì in un’area boschiva in cui si trovano sette abitazioni e una chiesa. Lo spiegamento di forze da parte dei Vigili del fuoco è stato fin da subito notevole, con tre squadre e cinque automezzi intervenuti nell’immediatezza insieme ai volontari dell’antincendio boschivo. Nella notte tra venerdì e sabato il fronte delle fiamme ha raggiunto la sommità del monte San Quirico, mentre il numero degli operatori cresceva per far fronte all’avanzata del rogo. È intervenuto anche il nucleo Sapr con droni muniti di termocamere per effettuare monitoraggi aerei dell’area. Il lavoro dei Vigili del fuoco proseguito per tutta la notte ha permesso di proteggere le abitazioni, evacuate per precauzione, e la chiesetta di San Quirico posta in cima alla collina. L’edificio è miracolosamente scampato alle fiamme – non ha avuto la stessa fortuna il bosco: più di otto ettari sono andati distrutti – come ha testimoniato nella mattinata di sabato il sindaco di Angera Alessandro Paladini Molgora, che ha tenuto aggiornati i suoi concittadini ora dopo ora su Facebook. "Notizia che ha dell’incredibile - ha scritto il primo cittadino - il caposquadra dei vigili del fuoco è riuscito a salire alla collina di San Quirico. E meraviglia, mentre tutta la collina intorno è un tizzone bruciato, “uno scenario spettrale“ - così mi ha detto - la chiesa non è stata toccata dalle fiamme. È integra". Parole che hanno rassicurato le tante persone che hanno seguito a distanza l’evolversi della vicenda e che temevano danni seri al luogo di culto. Fondamentali nella lotta alle fiamme sono stati tre Canadair giunti da Genova e Roma insieme a due elicotteri del servizio antincendio regionale, congiuntamente al lavoro a terra svolto da 25 vigili del fuoco con 10 automezzi e 35 volontari Aib con 15 veicoli. La situazione è migliorata in tarda mattinata e nel pomeriggio non risultavano fronti attivi, con le operazioni di bonifica in corso. Rientrati subito nelle loro abitazioni i circa cinquanta sfollati allontanati nel corso della notte per precauzione.

Sul posto anche Alberto Barcaro, vicepresidente della Provincia di Varese e consigliere delegato alla Protezione civile, in veste di volontario Aib. Agli operatori che hanno lavorato ad Angera è giunto il ringraziamento dell’assessore regionale al territorio e Protezione civile Pietro Foroni. "La nostra sala operativa - ha scritto ieri pomeriggio sui social - sta tenendo costantemente monitorata la situazione, pronta a intervenire in caso di ulteriore necessità". La provincia di Varese è stata devastata dagli incidenti negli ultimi tre mesi, per colpa anche della grave siccità. A fine gennaio un rogo nei boschi di Marzio, poi a febbraio ancora incendi sul versante svizzero, nella zona del Gambarogno, che hanno lambito anche parte del Varesotto. Sempre ai primi di febbraio, un focolaio ha aggredito il monte Morone. Il 24 marzo ancora fuoco, stavolta al Sacro Monte di Varese. Il 25 marzo una vasta area boschiva è andata invece distrutta a Montegrino Valtravaglia.