Varese, tecniche mini-invasive: tre bimbi salvati al Del Ponte

Interventi ad alto rischio

Sala operatoria (foto d'archivio)

Sala operatoria (foto d'archivio)

varese, 19 luglio 2018 - “Miracolo” in sala operatoria. Tre bambini sono stati salvati dagli specialisti della Chirurgia pediatrica dell’ospedale Del Ponte da malformazioni che, non fossero state trattate, avrebbero potuto degenerare in patologie dall’esito potenzialmente mortale.

Venerdì scorso è toccato a due bimbe, nate proprio nel presidio varesino otto mesi fa, affette da una sindrome polmonare piuttosto rara, il sequestro intralobare. Le piccole sono state operate in toracoscopia e già tre giorni dopo l’intervento hanno potuto fare ritorno nelle loro case, tra le braccia dei genitori. I medici hanno rimosso a entrambe il lobo polmonare che presentava la malformazione praticando solo tre fori, due di tre millimetri e uno di cinque millimetri per inserire gli strumenti chirurgici e la telecamera endoscopica.

Grazie a questa tecnica mini-invasiva si favorisce una ripresa più rapida, riducendo la degenza a pochi giorni ed evitando le complicanze di tipo ortopedico che si possono presentare dopo una toracotomia, e si ottengono risultati estetici di gran lunga migliori. «Questo tipo di interventi - spiega il professor Massimo Agosti, direttore del dipartimento della Mamma e del Bambino dell’Asst dei Sette Laghi - eseguiti con le tecniche mini-invasive, pongono la neonata Chirurgia Pediatrica varesina al livello delle maggiori chirurgie pediatriche italiane». Con la rimozione del lobo, le due bambine non sono solo al sicuro dalle degenerazioni che la malformazione che presentavano poteva generare, ma non avranno nemmeno altro tipo di problemi: operate così presto, infatti, il polmone riuscirà a rigenerarsi. Sempre nelle stesse sale del Del Ponte qualche giorno prima era stato operato un bimbo nato da appena due giorni, affetto da atresia esofagea. «Si tratta di un altro intervento di altissimo livello, - commenta Valerio Gentilino, direttore della Chirurgia pediatrica - tanto è vero che, per i chirurghi pediatrici, è considerato come un vero e proprio test di eccellenza. Se, infatti, il rischio intraoperatorio è un po’ più basso dei due interventi al polmone, il livello di complessità per il chirurgo qui è invece massimo, soprattutto se l’intervento viene eseguito in toracoscopia, come abbiamo fatto noi». In pratica, si tratta di ricostruire un esofago che non si è formato completamente, impedendo al neonato di alimentarsi e, quindi, di vivere.