Badanti sottopagate e in nero, un esercito nelle case dei lombardi

Nel Varesotto la truffa di due coop per 329 romene. Secondo l'Inps in Lombardia sono 150mila badanti, ma per la Cisl ce ne sono il 25% in più con il sommerso di Agata Finocchiaro

Badante (Frascatore)

Badante (Frascatore)

Bergamo, 6 agosto 2014 - Entrano ogni giorno nelle case di oltre 150mila lombardi e si prendono cura dei loro affetti più cari. È un piccolo esercito silenzioso quello delle badanti, in gran parte ucraine e romene (che da sole rappresentano il 50% del totale) ma non mancano sudamericane, filippine, polacche. Lasciano le loro famiglie per il miraggio del Belpaese e per uno stipendio che — quando sono in regola — si aggira sui 1.200 euro al mese. Ma in molti casi conosce paghe da fame. «Una badante su quattro non è in regola — precisa Luis Lageder presidente regionale Anolf Cisl — e viene pagata da 3 a 5 euro l’ora». E se per l’Inps nelle file di questo esercito sono arruolate circa 150mila badanti in Lombardia (85mila solo a Milano), la Cisl ne conta almeno il 25% in più, con il sommerso. Per “Privatassistenza”, oltre 4 su 10 sono clandestine, mentre 2 su 10 hanno il permesso di soggiorno ma lavorano in nero. Una giungla di numeri in cui è difficile districarsi. 

Lo sa bene la Cisl di Bergamo che ha realizzato un’indagine. Risultato? Alle 12mila badanti regolari se ne aggiungerebbero altre 8mila in nero. «La legge è inadeguata — osserva Mimma Pelleriti, responsabile Cisl orobica per le politiche sociali —, negli ultimi anni la regolamentazione è avvenuta con l’emersione, tramite le regolarizzazioni, o con i flussi. Per uscire dal sommerso bisogna venire incontro alle famiglie e la strada delle cooperative sociali può essere una soluzione, a patto che rispettino la legge». «A Bergamo — racconta Alberto Citerio, segretario provinciale Fisascat Cisl — abbiamo segnalato all’ispettorato del lavoro cooperative irregolari che fornivano servizi di cura ma ci sono esperienze sperimentali che lavorano bene». Insomma ogni caso è storia a sé. Agata Finocchiaro