Aumento in busta paga per andare al lavoro in bici

Lotta allo smog, è l’ultima novità che si sono inventati in Canton Ticino per convincere residenti e anche i frontalieri varesini

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Pagati per andare al lavoro, a patto che ci arrivino in bicicletta. È l’ultima che si sono inventati in Canton Ticino per convincere i lavoratori, frontalieri compresi, a lasciare a casa l’auto e risolvere in un colpo solo il problema dell’inquinamento e delle code. Il progetto, ancora sperimentale, rientra nel Piano di mobilità messo a punto dai comuni di Balerna, Chiasso e Novazzano dove ogni giorno migliaia di frontalieri si mettono in coda diretti verso le aziende dei distretti industriali e i poli del commercio e della logistica. In accordo con una trentina di imprenditori, i quali finanzieranno l’iniziativa, a tutti i lavoratori è stato proposto un incentivo fino a 40 franchi al mese (poco più di 38 euro) a patto che scelgano di andare sul posto di lavoro pedalando.

Di sicuro non diventeranno ricchi, ma oltre ad aiutare l’ambiente potranno mantenersi in forma. A monitorare i loro spostamenti e anche i loro sforzi sarà una App appositamente predisposta che misurerà e verificherà, grazie al GPS del cellulare, i loro spostamenti. Ad ogni chilometro percorso pedalando coinciderà un bikecoin e alla fine del mese il credito virtuale sarà convertito in franchi. "Gli obiettivi del programma "bikecoin" sono molteplici – spiegano oltreconfine - stimolare i collaboratori delle aziende a recarsi in modo sostenibile sul luogo di lavoro tramite un incentivo economico, potendo anche confrontarsi in modo giocoso con i colleghi. Inoltre dedicare alle aziende un programma di incentivazione, integrabile nella propria politica di mobilità aziendale, finalizzato all’utilizzo della bicicletta e non al semplice acquisto. Infine dotare i Comuni di uno strumento di promozione e pianificazione della mobilità ciclabile per i tragitti casa-lavoro, dove le esigenze di trasferimento dall’automobile ad altri mezzi di trasporto sono maggiori, in particolare nelle ore di punta caratterizzate da congestionamenti stradali.

I dati raccolti saranno anonimizzati ed analizzati, assieme alle eventuali segnalazioni degli utenti, per verificare l’adeguatezza dei percorsi esistenti e in progetto dedicati alle biciclette".

Un sondaggio svolto nei mesi scorsi tra i lavoratori ha evidenziato che il 67% dei tragitti pendolari viene effettuato in automobile, il 14% con i trasporti pubblici, l’8% in moto o scooter, il 6% a piedi e solo il 2% in bicicletta: percentuale che questa iniziativa punta a rendere molto più sostanziosa andando a erodere la percentuale di chi si sposta in automobile.

"Seppur sfruttate attualmente da pochi, la mobilità lenta potrebbe potenzialmente essere scelta da un collaboratore su due e la mobilità condivisa da due collaboratori su tre. Per quest’ultima, oltre all’ulteriore promozione dei mezzi pubblici, si propongono anche delle soluzioni di navette e furgoncini aziendali sui percorsi transfrontalieri senza relazioni di trasporto pubblico". Il progetto prenderà il via lunedì e terminerà il prossimo 13 novembre, ma l’obiettivo è di confermarlo anche l’anno prossimo e anzi incentivarlo. A partire dall’autunno 2022 infatti i Comuni invitano le aziende ad aderire a un progetto pilota per la realizzazione di due linee di navette interaziendali concepite sia per i lavoratori a turni che per quelli a giornata.