Attentò alla madre: "Resterà in carcere"

La Cassazione rigetta il ricorso di Fiorella Lazzaro, la donna che aveva tentato di strangolare la mamma 80enne e invalida

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Custodia cautelare in carcere per la donna che aveva tentato di strangolare la madre 80enne. La corte di Cassazione rigetta il ricorso di Fiorella Lazzaro, la 58enne che a Mornago in provincia di Varese aveva tentato di porre fine alla vita di Anna Maria Rossi, la madre invalida che soffriva di una patologia cardiaca che la rendeva inferma. La figlia aveva assalito la madre con una corda per strangolarla il 24 luglio 2021. Una situazione di stress quotidiano continuo culminata con l’aggressione e prima con aggressioni verbali nei confronti dell’anziana malata. In precedenza con ordinanza del 18 agosto 2021 il tribunale del riesame di Milano aveva confermato la decisione emessa in data 27 luglio 2021 dal gip del tribunale di Busto Arsizio, che applicava a Fiorella Lazzaro la misura della custodia cautelare in carcere per il reato di tentato omicidio. La donna aveva agito di impulso per strangolare la madre tramite una corda.

Un gesto al seguito del quale la donna riportava ecchimosi nella parte antero-laterale del collo, oltre ad altre lesioni personali. Inoltre la figlia è stata perseguita per il delitto di maltrattamenti in famiglia. Secondo i carabinieri la donna aveva compiuto atti idonei e diretti in modo non equivoco per cagionare la morte della madre ottantenne con lei convivente. La donna si era invece difesa spiegando di aver portato la corda alla madre che aveva messo in pratica un tentativo di autolesionismo adducendo il fatto che qualsiasi persona adulta non avrebbe avuto alcuna difficoltà nell’esercitare una azione di strangolamento efficace rispetto a una donna debole di 80 anni, mettendo a disposizione anche il referto di pronto soccorso che aveva certificato l’assenza di segni di strangolamento. La figlia aveva anche spiegato l’insussistenza dei gravi indizi di colpevolezza per il reato di maltrattamenti, con riferimento alle sole dichiarazioni della persona offesa che aveva parlato di schiaffi, pugni e calci che non avevano trovato riscontro nella prova scientifica. La Corte di cassazione ha giudicato il ricorso infondato. Ch.S.