Tragedia di Albizzate, indagato un imprenditore bustocco

Si tratta dell’amministratore delegato della società proprietaria dello stabile. I conoscenti: "È sconvolto, non riesce a darsi pace"

Sono iniziati ieri gli interventi di messa in sicurezza della struttura ad Albizzate

Sono iniziati ieri gli interventi di messa in sicurezza della struttura ad Albizzate

Albizzate (Varese), 28 giugno 2020 -  Scavare tra le macerie per provare a dare una spiegazione al dolore che, allo stesso modo, continua a scavare a forza di lacrime il volto tirato di un uomo che ha perso moglie e due figli e che non sa come dire all’unico sopravvissuto tra i suoi bambini che la mamma e i fratellini non ci sono più. È l’arduo compito della Procura di Busto Arsizio e dei carabinieri, impegnati nelle indagini per risalire alle cause del crollo del cornicione della struttura commerciale di Albizzate che, mercoledì scorso, ha strappato via la vita a Fouzia Taoufiq, 38 anni, e a due dei suoi tre figli, Soulaymane di 5 anni e Yaoucut, 15 mesi, travolgendoli in pieno.

Il primo nome a finire nel registro degli indagati è stato quello di A.C., imprenditore bustocco e amministratore della società proprietaria dell’immobile di Albizzate. Un "atto dovuto" per poter proseguire gli accertamenti e autorizzare le autopsie. Lo ha confermato ieri il procuratore della Repubblica Gianluigi Fontana, che ha precisato: "la procura ha disposto l’autopsia sui corpi delle vittime ed una consulenza sul crollo". La strada per gli inquirenti, coordinati dal pm Nadia Calcaterra, si snoda quindi su due diversi filoni. Il primo relativo a possibili difetti strutturali, potenzialmente dovuti a un errore nella calibrazione dei materiali, di calcolo e progetto, da ricercare nella riqualificazione dell’edificio, avvenuta nel 1993. Per questa ragione tutta la documentazione relativa ai lavori svolti sulla struttura dell’ex cotonificio Bellora, oggi area commerciale che ospita una pizzeria, un bar e un supermercato (quest’ultimo nell’edificio rimasto in piedi), sarà scandagliata dai consulenti nominati dal magistrato, gli ingegneri Fabrizio Scapin e Matteo Goggia (papà della sciatrice Sofia). Qualora dovesse emergere qualche errore, il numero degli indagati non potrà che crescere.

C’è poi l’aspetto delle successive manutenzioni, eseguite o meno. Tra le testimonianze raccolte nei giorni scorsi gli investigatori approfondiranno quella di un lavoratore che, pochi giorni prima del crollo, ha dichiarato di aver segnalato una crepa nella parete laterale della struttura, a cui sembrerebbe non essere seguito alcun intervento. Questo, quindi, il secondo filone battuto dagli inquirenti. A livello della proprietà, in questo senso andrà individuato chi, materialmente, si è occupato degli interventi nell’arco degli anni.

A.C., appresa la notizia del crollo, non si dà pace, come raccontano alcuni conoscenti. Il suo avvocato, Luca Abbiati, ha spiegato di non aver avuto "ancora avuto modo di leggere gli atti" e per questo di non voler rilasciare alcun commento. Fiori lungo l’area del crollo, messaggi online: la catena della solidarietà alla famiglia delle vittime non si ferma. Tutti sono preoccupati per Adam, il figlio di 9 anni di Fouzia, unico superstite alla tragedia. Il bimbo, che ricorda la madre gridargli "stai là" mentre il cornicione crollava e lui era fermo dall’altro lato della strada dove era andato a salutare un amico, ancora non sa che mamma e fratellini non ci sono più. Suo padre, distrutto dal dolore, non ha ancora trovato la forza di dirglielo. Ieri, intanto, sono iniziati i lavori di messa in sicurezza nella zona colpita dal crollo.