Albizzate, il sindaco vivo per miracolo: "Li ho lasciati passare, poi non li ho visti più"

Il primo cittadino Mirko Zorzo, sfiorato dal crollo del cornicione. Aperto un fascicolo per omicidio e disastro colposi

Albizzate, il sindaco Mirko Zorzo

Albizzate, il sindaco Mirko Zorzo

Albizzate  (Varese), 25 giugno 2020 - È vivo per miracolo Mirko Zorzo, sindaco di Albizzate. È stato lui l’ultima persona a vedere vivi Fouzia, la giovane mamma marocchina e i suoi due bimbi, Soulaymane e Yaoucut, morti sotto le macerie, dopo il crollo dell’intero cornicione dell’edificio in via Marconi che accoglie un piccolo centro commerciale ricavato da un’ex zona industriale. Sotto choc per la tragedia di cui è stato testimone ieri pomeriggio mentre stava chiudendo la saracinesca dell’azienda in cui lavora, la sede nella stessa struttura ora posta sotto sequestro dalla Procura di Varese che ha aperto un fascicolo contro ignoti per omicidio e disastro colposi.

«Ero sul marciapiede – racconta Zorzo – ho lasciato passare la signora con i suoi bambini, pochi secondi e non li ho più visti". Il primo cittadin si è salvato proprio ritraendosi sotto l’arcata (che è rimasta in piedi) per far passare la mamma con i suoi due bimbi. "D’un tratto mi sono sentito avvolto dalla polvere – continua – quando sono riuscito ad aprire gli occhi mi sono reso conto che quella famiglia era rimasta sotto". È stato proprio Zorzo ad allertare i soccorsi, purtroppo però per la mamma 38enne e i suoi due bimbi non c’era più nulla da fare. Miracolosamente illeso il terzo figlio di 9 anni, che era distante dal resto della famiglia, pur avendo assistito alla tragedia.

Istanti terribili che il primo cittadino non potrà mai dimenticare. A nome dell’intera comunità ha espresso la vicinanza ai familiari delle tre vittime, tra cui il marito di Fouzia accoso subito sul luogo dell’incidente e che ha assisstito inerme alle vane operazioni di soccorso. "Erano nostri concittadini, un dolore immenso". Nell’edificio interessato dal crollo si trova il ristorante Lo Sfizio, punto di ritrovo molto noto nella zona. La titolare Teresa Cogo guarda il cumulo di macerie, i vigili del fuoco stanno ancora lavorando, c’è l’unità cinofila, il timore è che lì sotto ci possano essere altre vittime. "Avevamo appena riaperto, dopo la chiusura dei mesi scorsi – racconta, a fatica, la titolare – tutto sistemato per poter ripartire, è una tragedia che toglie il respiro".

Il crollo improvviso di quel cornicione è un macigno pesante sull’attività, sui sacrifici di anni. Al ristorante il personale era al lavoro per la serata, di lì a poco sarebbero arrivate molte più persone. Poteva essere un disastro immane. Teresa non ha più parole, il volto è impietrito. Tutta l’area è stata sottoposta a sequestro, si dovranno chiarire le cause del crollo improvviso del cornicione, sembra che mai fino a ieri fossero stati segnalati cedimenti.