Al killer del bustese Mendola 26 anni

La Corte d’Assise d’Appello di Torino ha ribaltato la sentenza di primo grado che il 22 novembre 2019 aveva assolto l’imprenditore Giuseppe Cauchi, 54 anni, gelese, residente a Busto Arsizio: ieri è stato condannato per l’omicidio del giovane bustese Matteo Mendola, ucciso nella notte del 4 aprile 2017 nei boschi di Pombia, nel Novarese. Cauchi, considerato il mandante, è stato condannato a una pena di 26 anni. Per l’omicidio erano già stati condannati a 30 anni Antonio Lembo e Angelo Mancini, ritenuti gli esecutori materiali.

L’uccisione di Mendola, originario di Gela ma cresciuto a Busto Arsizio, nel rione di Sant’Anna, era stata decisa da Cauchi per una questione di debiti. L’avvocato di parte civile del fratello, Anna Maria Brusa, ha commentato: "Siamo soddisfatti del risultato e dell’iter processuale che ha permesso di ascoltare in aula i testi chiave sulle circostanze che ricostruivano l’iter del mandato omicidiario.

Finalmente è emerso con chiarezza che Cauchi ha deciso la morte di Matteo per il credito che la famiglia del ragazzo vantava nei suoi confronti". Ai famigliari è stata riconosciuta anche una provvisionale di 390 mila euro a risarcimento del danno subito per la perdita del congiunto. Il giovane era stato ucciso con una modalità barbara, colpito con un’arma da fuoco e poi finito con 12 colpi sul cranio con un oggetto pesante trovato sul posto. Il cadavere era stato ritrovato la mattina del 5 aprile 2017, in un capannone dismesso. Ieri la condanna di Cauchi, considerato il mandante dell’omicidio.

Rosella Formenti