Accam, i soci principali si dividono

Antonelli (Busto Arsizio): "Farò di tutto per salvare l’impianto". Cassani (Gallarate): "Forse meglio chiudere"

Una protesta contro l’inceneritore Accam

Una protesta contro l’inceneritore Accam

Busto Arsizio (Varese), 9 febbraio 2020 - Una situazione complessa e dalle prospettive tutt’altro che certe. Il futuro dell’inceneritore di Borsano è un grande punto di domanda: questo è quanto emerso dall’assemblea dei soci di Accam. Un momento utile per fare il punto della situazione in seguito all’incendio che ha colpito l’impianto lo scorso 14 gennaio. Il presidente del consiglio di amministrazione Angelo Bellora, ex sindaco di Cardano al Campo, ha delineato una realtà difficile, se non drammatica, dal punto di vista finanziario. I danni ammontano infatti a un milione e mezzo di euro, necessari per rimettere in piedi i macchinari bruciati dal rogo. Fondi che la società ha difficoltà a reperire. Ecco che i comuni sono stati chiamati in causa, in una sorta di “accorato appello” con la richiesta di poter offrire delle garanzie per ripartire.

Nel frattempo il consorzio Accam predisporrà un’analisi finanziaria dettagliata. "Le incognite sono tantissime – commenta il sindaco di Busto Arsizio Emanuele Antonelli – I soci dovranno decidere se finanziare questo investimento, le alternative sono la liquidazione e il fallimento". Ma sull’argomento le posizioni sono differenti, non solo tra i diversi comuni ma anche negli stessi schieramenti politici. "Io personalmente farò di tutto per salvare Accam che per me rimane una risorsa – continua Antonelli – ma anche al nostro interno ci sono forze politiche che non la pensano come me. Serve un indirizzo, Accam va trattata come una società vera e propria e non come un giocattolino". Tra i principali soci , quelli il cui voto in assemblea è più pesante, c’è anche Gallarate, che ha espresso non poche perplessità sull’opportunità di continuare ad investire sull’impianto.

"Ho invitato i membri del consiglio di amministrazione a essere abbastanza realisti – commenta il sindaco Andrea Cassani – ci sono dei debiti da parte della società e l’area andrebbe bonificata. Piuttosto che andare avanti e maturare ulteriori debiti forse bisognerebbe interrogarsi sulla possibilità della liquidazione". I soci si sono riaggiornati. Nelle prossime settimane si vedranno nuovamente. E da quell’assemblea dovrebbe uscire la decisione finale sul destino di Accam. L’impianto, intanto, continua a rimanere spento e i rifiuti a essere smaltiti altrove.