Parabiago, Alessandro Colombo, combattente di razza, riparte dall’emozione di camminare

È la lunga e vittoriosa battaglia di Alessandro Colombo che, nel 1997, a 23 anni, rimase vittima di un devastante incidente in moto

Alessandro Colombo

Alessandro Colombo

PARABIAGO (Milano), 31 luglio 2022 - "Forse ho sperimentato un po’ cosa prova un bambino quando impara a camminare: orgoglio per la propria autonomia, stupore nell’alzarsi in piedi da solo, paura nello spingere il suo corpicino in avanti su un piede solo, curiosità di potersi muovere in uno spazio nuovo, libertà. Questa esperienza, a quasi cinquant’anni, è molto emozionante. Mi sono sentito piccolo e incapace e allo stesso tempo pieno di responsabilità verso di me e tutte le persone che saranno operate dopo di me". Rimparare. Apprendere tutto da capo. A cominciare dalla prima cosa che si apprende nella vita, insieme con la parola: camminare. Nel suo caso camminare poggiando su una gamba che è stata sostituita da una protesi.

È la lunga e vittoriosa battaglia di Alessandro Colombo. Nel 1997, a 23 anni, Alessandro rimane vittima di un devastante incidente in moto. Subisce la sub amputazione della gamba sinistra (sotto il ginocchio) che viene riattaccata, ma rimane irrimediabilmente menomata, con paralisi e deficit neurosensoriali. Perduto il lavoro come carabiniere paracadutista. Dodici operazioni in due anni. Alessandro è un combattente di razza. Inizia ad appassionarsi al ciclismo amatoriale. Poi si dedica al paraciclismo e inanella affermazioni: due titoli italiani, gare europee e internazionali, convocazioni in nazionale. Nel 2019 ancora un intervento non riuscito. Alessandro vuole essere padrone della propria vita.

Decide per l’amputazione e la protesi. L’intervento viene eseguito in giugno, a Bressanone, dal dottor Alexander Gardetto, che ha messo a punto una tecnica rivoluzionaria con una protesi che permette al paziente di non vivere la sindrome dell’arto fantasma e di "sentire" la propria gamba a ogni passo. In questi giorni è stata applicata una prima protesi. La camminata, all’inizio incerta, poi sempre più sicura. Su e giù per le scale. La bicicletta è sempre lì, in auto. Alessandro non se ne separa mai. È una compagnia ma anche una sfida nella sfida. Alessandro la raccoglie tre giorni fa. Risale in bici e pedala per una decina di chilometri.

Gabriele Moroni