Somma Lombardo (Varese), 20 aprile 2014 - Contraddizioni, una violenza inusuale in un assalto in villa, tanto più per un bottino che sarebbe stato modesto, e una serie di elementi che non hanno mai convinto gli investigatori. Ai primi dubbi degli inquirenti sulla versione fornita da Melina Aita si è poi aggiunto l’esito dell’autopsia eseguito nei giorni scorsi: le evidenze scientifiche emerse sul cadavere di Antonino Faraci avrebbero infatti anticipato l’ora del delitto rispetto alla finestra di tempo indicata dalla moglie. Una discrepanza significativa, quindi, con quanto affermato dalla donna, che aveva parlato di un tentativo di rapina degenerato in omicidio messo a segno durante la sua assenza da casa per una visita ai nipoti a Fagnano Olona effettuata tra le 19 e le 20.30 dello scorso sabato. Visionando con attenzione le immagini catturate dalle telecamere di videosorveglianza poste sul tragitto che la pensionata avrebbe dovuto percorrere per raggiungere Fagnano dalla sua abitazione di Somma Lombardo i carabinieri del nucleo investigativo di Varese sarebbe infatti in grado di smontare l’alibi della donna: i fotogrammi hanno infatti confermato il viaggio in auto, ma in un orario tale da renderlo comunque compatibile con la presenza della pensionata nella villetta al momento dell’omicidio.

Anche sul bottino dell’ipotetica rapina, che la pensionata avrebbe quantificato in circa duemila euro, gli investigatori nutrirebbero dei dubbi, non credendo che ci sia stata un’effettiva sottrazione di denaro dalla villetta. Melina Aita, che si trova in stato di fermo nel carcere di Monza, sarà interrogata lunedì dal gip del Tribunale di Busto Arsizio, Nicoletta Guerrero. In quell’occasione potrà cercare di dare una risposta a quelle che agli occhi del pubblico ministero Rosaria Stagnaro della Procura bustocca sono sembrati elementi sufficienti per accusarla di omicidio volontario, con l’aggravante dell’uxoricidio.

In attesa dell’arrivo dei riscontri dei carabinieri del Ris, al quale sono stati inviati l’auto in uso alla donna e numerosi reperti sequestrati dai carabinieri di Varese, o comunque di ulteriori sviluppi, lei a oggi resta comunque l’unica indagata. Sposata da anni, la coppia aveva avuto tre figli, due uomini e una donna, uno di loro residente negli Stati Uniti, gli altri due a Fagnano Olona. Negli ultimi tempi Antonino Faraci aveva avuto una serie di problemi di salute che lo avevano reso in parte invalido, compreso un’operazione a un piede eseguita pochi giorni prima dell’omicidio. Non è ancora chiaro se lo stato di salute precaria dell’uomo abbia influito sui rapporti della coppia, anche se è evidente che lo stato di infermità abbia favorito l’omicida.

di C.Cat.