Varese, 16 aprile 2014 - Un aiuto alle donne vittime di violenza. A Varese è nata una struttura per la prima e pronta accoglienza, aperta 24 ore al giorno, tutto l'anno, per mamme e figli. E' la Casa rifugio inaugurata questa mattina a Varese, alla presenza dell'assessore regionale alla Casa, Housing sociale e Pari opportunità. Gestita dalla Fondazione Felicita Morandi, ha sede in un immobile confiscato alla mafia, che la Prefettura ha affidato alla Provincia di Varese, affinché ne realizzasse una struttura per donne vittima di violenza.

"Oggi è una giornata importante - ha detto l'assessore -, perché questa casa offre un'altra risposta concreta a chi necessita di primo aiuto. E' la terza volta che vengo a Varese per trattare un argomento così delicato, a dimostrazione dell'alta sensibilità di questo territorio nei confronti di donne che subiscono violenza. Ricordo che sono tantissime le donne che, purtroppo, nella nostra regione sono vittime di violenza. Basti pensare che siamo secondi in Italia per numero di chiamate al 1522 (numero nazionale antiviolenza)".

"Mi fa anche molto piacere - ha proseguito - che la Fondazione Morandi faccia parte della rete che ha come capofila il Comune di Varese, che, tramite il progetto 'Minerva', beneficerà del contributo di 80.000 euro. Si tratta di fondi che fanno parte dei 980.000 euro che Regione Lombardia, per il 2013, ha erogato a numerosi Comuni lombardi proprio nei giorni scorsi. Nel 2014 intendiamo confermare tale impegno e destinare un altro milione di euro ai progetti contro la violenza sulle donne".

Nella Casa rifugio opera un team multiprofessionale qualificato e formato all'accoglienza e alla riabilitazione della donna vittima di violenza, in grado anche di fornire una valutazione multidimensionale
secondo un protocollo operativo condiviso. La struttura è costituita da 2 appartamenti e da spazi a uso ufficio, sala colloqui e camera operatore. L'alloggio è destinato, prevalentemente, a donne residenti in provincia di Varese, o presenti sul territorio provinciale, che hanno subito violenza fisica, psicologica, emotiva, sessuale o economica (e agli eventuali figli minori) e che devono abbandonare la propria casa per motivi di incolumità. L'indirizzo della Casa deve essere mantenuto segreto per motivi di sicurezza e di protezione nei confronti delle donne che saranno ospiti della struttura.