Gallarate (Varese), 5 febbraio 2014 - Tre uomini nella caserma dei carabinieri di Gallarate, portati in tarda serata dai militari di Varese. Fra loro non c’è Domenico Cutrì (chi è - LA SCHEDA), ma è la svolta. Sono i tre del commando che lunedì scorso, nell’assalto a un cellulare della polizia penitenziaria davanti al tribunale di Gallarate, ha portato all’evasione di Cutrì, all’ergastolo per omicidio, e alla morte (FOTO) del fratello minore Antonino Cutrì? Oppure sono fiancheggiatori, basisti, gregari? Per l’intera nottata i tre sono stati interrogati dal pm di Busto Arsizio, Raffaella Zappatini, e dai carabinieri.

La ricerca dei componenti del commando era subito iniziata fra gli amici dei fratelli Cutrì, i compagni delle serate violente, con risse e anche sparatorie. Sarebbero gli stessi che stanno proteggendo la latitanza dell’ergastolano. Fra gli uomini del gruppo di fuoco sarebbe stato identificato un piccolo imprenditore di origini napoletane, pregiudicato, amico dei Cutrì, finito nella morsa degli usurai, di cui negli ultimi tempi si erano perse le tracce.

Le indagini si appuntanto su pregiudicati che abitano nell’Alto Milanese, fra Inveruno, dove vive la famiglia Cutrì, e Magenta. Domenico Cutrì è stato costretto dalla morte del fratello a fermarsi nel Milanese, anziché ripartire per la Calabria, come prevedeva la seconda parte del piano. Resta irreperibile il terzo fratello, Daniele.

La spiegazione fornita dai familiari avrebbe trovato riscontri. Daniele Cutrì è partito per Napoli domenica sera. Il pm Zappatini ha aggiunto nel fascicolo alla ipotesi di reato di procurata evasione quelle di tentato omicidio e di lesioni gravi. Il magistrato ha fatto eseguire una tac sul cadavere di Antonino Cutrì.