di Andrea Gianni

Saronno, 8 agosto 2013 - Se non dovesse esserci una svolta nelle indagini i carabinieri potrebbero diffondere nei prossimi giorni un identikit dell’uomo che sabato scorso ha ucciso a calci e pugni Maria Angela Granomelli nella sua gioielleria in corso Italia a Saronno. Anche se, da quanto trapela dall’inchiesta che prosegue nel più stretto riserbo, le immagini estrapolate dalle riprese dell’impianto di videosorveglianza non sarebbero nitide. Fotogrammi sgranati e in bianco e nero, che hanno permesso però di ricostruire la fisionomia dell’uomo di circa 35 anni, di carnagione chiara e con i capelli corti, che ha ucciso la commerciante con una violenza definita «inaudita» dagli stessi investigatori.

L’identikit, che finora gli investigatori hanno scelto di non diffondere seguendo una precisa strategia, potrebbe essere utile per risalire all’identità dell’uomo attraverso le segnalazioni dei cittadini. Un passo che i saronnesi chiedono a gran voce, con la speranza che si arrivi presto a rintracciare l’autore di un gesto che ha provocato sconcerto in città. Gli inquirenti però restano in attesa, anche per il timore dell’arrivo di numerose «false» segnalazioni da tutta Italia dovute proprio alla scarsa qualità delle immagini.

Le riprese dell’impianto di videosorveglianza sono uno degli elementi che gli investigatori hanno vagliato con attenzione dopo l’omicidio, sia per ricostruire il volto dell’assassino sia per ricavare un profilo dai suoi comportamenti. La freddezza e la calma con cui per 40 minuti si è fatto mostrare i gioielli nel negozio «Il dono di Tiffany» e lo scatto improvviso con cui ha colpito alla testa con un portagioie la commerciante, senza aver manifestato prima atteggiamenti aggressivi e minacciosi, e la furia con cui ha infierito con calci e pugni sul corpo accasciato a terra in trenta secondi di incredibile violenza farebbero pensare al raptus di un folle.

Al vaglio anche le impronte digitali rilevate dalla scientifica all’interno del negozio nel pieno centro di Saronno. Finora però non sarebbero emersi elementi utili. Le comparazioni ancora in corso attraverso il Sistema automatizzato di identificazione impronte (Afis), che permette il confronto con quelle già schedate dalle forze dell’ordine, hanno dato finora esito negativo. L’assassino non sarebbe un pregiudicato o un volto noto alle forze dell’ordine.

Numerosi saronnesi chiedono quindi di poter visionare i fotogrammi, convinti che ad avere agito potrebbe essere «un uomo della porta accanto». Forse uno squilibrato che vive nella zona e che, a cinque giorni dal delitto, potrebbe essere già riuscito a far perdere le tracce. Tra i commercianti di Saronno si respira un clima di rabbia e paura, per la consapevolezza che l’aggressore è ancora a piede libero.

Della morte di Maria Angela Granomelli - sul cui cadavere oggi verrà eseguita l’autopsia - si parla nei bar e nelle piazze. In tanti si fermano davanti alle saracinesche abbassate del negozio nella via dello shopping di Saronno, a osservare i fiori e i biglietti di condoglianze lasciati da amici e colleghi della commerciante. La famiglia è chiusa nel più stretto riserbo, e attende che sia fatta giustizia sulla morte di una donna che si preparava a vendere l’attività per godersi la pensione, uccisa per gioielli dal valore di poche centinaia di euro.