di Rosella Formenti

Varese, 3 giugno 2013 - Parola ai periti. Nominati dal tribunale di Busto Arsizio, dovranno ora accertare le condizioni mentali della donna di 42 anni che il 18 maggio ha tentato di uccidere i due figli, di 3 e 6 anni, gettandoli dal terzo piano. I piccoli intanto, sebbene ancora all’ospedale, stanno molto meglio. Oggi gli esperti incontreranno la donna nel reparto psichiatrico dell’ospedale bustese, dove è agli arresti domiciliari. Sono Mario Girola e Massimo Picozzi, a cui è stato conferito l’incarico venerdì, mentre il difensore della donna, Laura Bernacchi, ha nominato un suo consulente.

Oggi dunque il primo colloquio con la 42enne, che nei giorni scorsi non si è presentata in Tribunale per l’incidente probatorio. Gli esperti avranno 60 giorni per depositare la perizia psichiatrica. Se la donna dovesse risultare capace di intendere e di volere per lei si apriranno le porte del carcere e il processo; se invece la perizia dimostrerà la totale incapacità, sarà destinata ad una casa di cura e sicurezza e la non punibilità.

La mamma soffre di un disturbo di personalità borderline. Prima di compiere il suo gesto f era stata ricoverata per tre settimane nel reparto bustese, da cui era stata dimessa l’11 maggio. Il 18 maggio, intorno a mezzogiorno, mentre il marito era uscito per la spesa e sua mamma era in cucina a preparare il pranzo, la donna ha lanciato dal terzo piano i due figli. Nel primo interrogatorio davanti al pm Mirko Monti ha raccontato di averlo fatto per il loro bene, perché non vedeva un futuro per loro e si sentiva incapace come madre.

I due bambini, un maschietto di 6 anni e la sorellina di 3 anni, sono salvi per miracolo. Sono ancora ricoverati in ospedale ma le loro condizioni, dopo le preoccupazioni dei primi giorni, continuano a migliorare. Per loro ha pregato tutta la città, scossa dalla gravità del gesto. E per tutti è una bella notizia che riempie il cuore e scaccia l’angoscia sapere che stanno meglio.

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