Varese, 29 gennaio 2012 - Niente mensa per i figli dei genitori che non pagano i buoni pasto. La decisione arriva dall’ amministrazione comunale di Somma Lombardo, dove «diverse famiglie sono in debito con l’ufficio scuola». Simili misure sono già state prese a Gerenzano, dove nel 2010 alcuni bambini delle elementari erano stati nutriti con panini al prosciutto e acqua. E anche in alcuni vicini comuni del Milanese, come San Vittore Olona o Cesate, l’amministrazione comunale aveva vietato la mensa ai figli dei genitori morosi provocando diverse polemiche.

Ai cittadini che hanno figli iscritti alle elementari e alle medie è stato recapitato quindi un avviso: dal primo febbraio, in caso di morosità, dovranno portare a casa i propri figli durante la pausa pranzo e riportarli a scuola per le lezioni pomeridiane. Un provvedimento giustificato, secondo il Comune amministrato da Lega Nord e Pdl, da un ‘buco’ dovuto ai pagamenti arretrato dei buoni mensa (dal costo di quattro euro e 70 centesimi al giorno) che nell’anno scolastico 2010-2011 ammontava a circa 20mila euro.

Nonostante una campagna di recupero crediti che ha permesso di coprire parte dell’importo, con raccomandate inviate a circa 500 persone, sono ancora diverse le famiglie in debito. Il Comune ha deciso quindi di fissare per il 24 di ogni mese il termine ultimo per mettersi in regola, chiudendo le porte della mensa ai figli dei genitori che non pagano i buoni pasto. Sono stati risparmiati invece dal provvedimento, che riguarda elementari e medie, gli alunni della scuola materna dove la mensa è parte integrante del tempo scuola e quindi obbligatoria.