Varese,  7 giugno 2011 - Venti comuni del Varesotto uniti nella sensibilizzazione contro l’overdose da gioco d’azzardo, un fenomeno che secondo le ultime stime del CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) interessa almeno 8.600 residenti in provincia. Una patologia purtroppo molto presente in Italia, col recente fenomeno del calcio scommesse a rappresentare soltanto la punta dell’iceberg di un problema ben più ampio. Gratta e Vinci, videopoker, slot machine: le sale giochi aumentano a dismisura, e con esse anche le situazioni di criticità sociale legate a una passione sempre più compulsiva.

Samarate, Albizzate, Cairate, Cassano Magnago, Cavaria con Premezzo, Gallarate, Jerago con Orago, Oggiona con Santo Stefano, Solbiate Arno, Azzate, Buguggiate, Cardano al Campo, Casorate Sempione, Ferno, Ispra, Lonate Pozzolo e Marnate. Sono questi i Comuni aderenti a una campagna di sensibilizzazione che in alcuni casi ha portato anche a provvedimenti per limitare il fenomeno. «Delle circa cento Amministrazioni intervenute in tal senso in tutta Italia, dodici sono in provincia di Varese - spiega Daniela Capitanucci, presidente dell’associazione di promozione sociale «Azzardo e Nuove Dipendenze» -. Una percentuale davvero rilevante, che sottolinea come da queste parti si sia molto sensibili al problema».

Ma se 8600 residenti in provincia rispondono a un profilo di rischio «moderato», e cioè sono soggetti a una vera e propria patologia, nel Varesotto sono circa 215.000 le persone ad aver giocato d’azzardo almeno una volta nella vita. Ventimila di questi, secondo le stime, hanno provato l’impulso di puntare somme di denaro sempre più alte, e 6.500 sono arrivati finanche a nascondere ai familiari le proprie abitudini. «Ecco perché - ribadisce la dottoressa Capitanucci - si tratta di un problema sociale: qui c’è un gioco la salute pubblica».

Per rispondere a tale emergenza, giovedì la sede del Comune di Azzate ospiterà un convegno denominato «Gioco d’azzardo lecito - Risorsa o problema per il territorio?» al quale parteciperà anche Filippo Torrigiani, un assessore empolese che in collaborazione con gli esercenti della sua città ha stilato un regolamento atto ad arginare il fenomeno. Provvedimento preso ad esempio da Cristina Galimberti, sindaco di Buguggiate. «Questo regolamento - racconta - ci è servito per ostacolare l’apertura di una sala giochi, mentre in altri bar del paese siamo riusciti a limitare l’orario di utilizzo delle macchinette». Il convegno di giovedì (inizio alle ore 20) è aperto ai rappresentanti delle istituzioni e degli enti locali ma anche alla cittadinanza. Per arginare un problema sociale sempre più stringente, infatti, c’è bisogno della collaborazione di tutti.