Ferno, 15 febbraio 2011 - Nell’area di Malpensa i sindaci seguono con attenzione e preoccupazione quanto sta accadendo a Lampedusa con lo sbarco di migliaia di extracomunitari che stanno arrivando dalla Tunisia e da altre zone del Nordafrica allo sbando. E’ ormai emergenza e si cercano posti dove poter accogliere gli immigrati in fuga. Di fronte a quello che il Ministro Roberto Maroni ha definito “un esodo biblico” il timore all’ombra di Malpensa è che esca dal cassetto di nuovo la proposta di creare un Cie (centro di identificazione ed espulsione) proprio nella zona dell’aeroporto.

Proposta già bocciata con fermezza lo scorso anno dai sindaci di Ferno, Mauro Cerutti e di Lonate Pozzolo, Piergiulio Gelosa che avevano immediatamente replicato al vicesindaco di Milano Riccardo De Corato che invece aveva rilanciato l’idea di un Cie nella zona di Malpensa che ora non sarebbe comunque interessato da alcun intervento.

Ma ora di fronte all’improvvisa e drammatica emergenza il timore tra i sindaci torna. "Noi ribadiamo quanto già detto in altre occasioni – dice Mauro Cerutti, sindaco di Ferno – da parte nostra c’è tutta la comprensione umana nei confronti di persone in fuga dai loro paesi, ma il nostro territorio non può ospitare un Cie. Le case delocalizzate, villette, appartamenti, sono state lasciate con grande sacrificio dai proprietari perché per la situazione legata all’inquinamento acustico non erano più adatte alla residenza. Quindi sarebbe assurdo proprio perché incompatibili per la residenza metterle a disposizione degli extracomunitari in caso di emergenza".

Anche il sindaco di Lonate Pozzolo Piergiulio Gelosa segue con apprensione quanto sta accadendo. "La situazione è grave – dice – ma i problemi non si risolvono con la realizzazione di un Cie dalle parti di Malpensa. Al momento non ho comunque motivo di allarmarmi, non ci sono segnali indirizzati a questa zona che non ha spazi adeguati".