Varese, 10 agosto 2010- I musulmani ringraziano i cattolici. E’ Hamid Khartaoui, portavoce della comunità islamica di Gallarate, a salutare con soddisfazione, alla vigilia del Ramadan, la decisione della Chiesa di accogliere nel rione di Arnate, per il terzo anno consecutivo, i fedeli di Allah. Questa sera, o al più tardi domani (il calendario dei musulmani si basa sulle fasi lunari e, per avere la certezza di essere entrati nel decimo mese dell’anno, quello appunto del Ramadan, i membri della comunità aspettano di vedere la luna nuova), gli islamici si ritroveranno a pregare nel cortile dove un tempo sorgeva il vecchio oratorio femminile di Arnate, proprio dietro la chiesa dei Santi Nazario e Celso.

 

E’ stato il parroco del rione, don Adriano Colombo, insieme a monsignor Franco Carnevali, prevosto di Gallarate, a concedere nuovamente ai musulmani il terreno che si trova a due passi dalla chiesa. E’ sotto il grande tendone bianco, allestito proprio l’altro ieri a spese della comunità islamica, che i musulmani si radureranno tutti i giorni per le consuete preghiere. «Saremo come gli altri anni circa un centinaio – spiega il portavoce della comunità musulmana gallaratese – in tanti sono infatti in vacanza. Pregheremo dalle 22 fino a mezzanotte». «Sono molto contento – continua Khartauoi– perché ancora una volta la Chiesa ci ha dato una mano. Questo è il frutto di un percorso che la nostra comunità e quella cattolica hanno cominciato insieme».

 

Il “mese sacro” per i musulmani durerà, in tutto, circa quattro settimane, fino al 10 settembre. Da mesi alla ricerca di un luogo dove poter celebrare i riti quotidiani durante il Ramadan – il “mese sacro” quest’anno cade proprio nel cuore di agosto - grazie alla disponibilità della Chiesa è dunque arrivata nuovamente una soluzione. «E’ importante – spiega don Adriano, parroco di Arnate – il dialogo tra le religioni. Non solo quando c’è il Ramadan. Deve essere così ogni giorno: il nostro atteggiamento nei confronti degli stranieri deve essere di accoglienza. D’altronde lo dice anche la Bibbia. Bisogna accogliere lo straniero, la vedeva e l’orfano. Mettere a disposizione dei musulmani l’area dove sorgeva il vecchio oratorio femminile mi sembrava la soluzione migliore». Ramadan, dunque, salvo: gli islamici di Gallarate non dovranno raggiungere le moschee in altre città. Una soluzione, quella della preghiera sul terreno concesso dalla Chiesa, che tuttavia non risolve quello che ormai è noto come il “caso moschea”. «Purtroppo – precisa il portavoce della comunità musulmana gallaratese, Hamid Khartaoui – non abbiamo ancora trovato una risposta al problema della mancanza di un luogo di culto definitivo. Proprio nei giorni scorsi abbiamo incontrato il Prefetto di Varese, Simonetta Vaccari, alla quale abbiamo fatto presente tutte le nostre difficoltà. Abbiamo parlato un po’ di tutto, anche della questione religiosa».

 

Intanto nel rione di Arnate, i residenti si dividono tra favorevoli e contrari. «Qui – dice Carlo, 56 anni – abbiamo già i nostri problemi, era meglio se gli islamici pregavano da un’altra parte». Dello stesso parere Maria, 45 anni. «Nel quartiere – spiega – ci sono già i lavori per riqualificare piazza Zaro. Le ruspe hanno occupato l’area di fronte alla chiesa, togliendo dei parcheggi. Temo si possano verificare dei problemi legati alla viabilità». Enrica, 65 anni, è invece favorevole. «L’anno scorso – commenta – non abbiamo avuto alcun tipo di problema. Sono convinta che sarà così anche quest’anno. E’ fondamentale l’accoglienza».