Varese, 26 aprile 2010-Cosa può piegare un nuotatore pronto a bersi quasi tre chilometri e mezzo nell’acqua di lago? Ovvio, solo la natura. Che ieri a Reno di Leggiuno, attracco della quindicesima edizione della «Traversata dell’Eremo», si è manifestato sotto forma di vento. Onde di quasi un metro e mezzo hanno complicato la vita dei temerari partecipanti, costringendoli a ripiegare su un giro di due chilometri nel golfo. Ma chi se ne importa. Alla fine quello che conta è stare insieme. Strana stirpe quella dei nuotatori in acque libere. Spiriti liberi. Un po’ atleti, un po’ uomini e donne di ferro, un po’ goliardi. In 500 hanno affollato la spiaggetta sul Verbano, nel paese natale dell’ex calciatore azzurro Gigi Riva, per la gara organizzata dal Cral nuoto Alenia Aermacchi in collaborazione con lo Sport Club Renese.

 

In 400 si sono iscritti al percorso corto, 3.3 chilometri da Stresa a Leggiuno. Altri 100 hanno scelto di doppiare, con il tracciato andata e ritorno. «Quest'anno abbiamo fatto il pieno di iscrizioni - spiega Flora Mazzucchelli, responsabile dell’organizzazione - E abbiamo voluto aumentare la posta in palio, inserendo un cimento per i più esperti». Sono pronti alla gara più breve i sei giovani talenti del Team Insubrika, società con sezioni fra Varese, Gallarate, Sesto Calende, Busto Arsizio, Caronno Pertusella, Verbania e Tortona.

 

Fra loro c’è la più giovane di giornata, Sabrina Scarin, 15 anni, studentessa al liceo scientifico. È qui insieme ai fratelli Enrico, 21 anni, e Sara, 22. «Vivo sul lago - spiega - e anche per questo mi ha sempre attirato la possibilità di nuotare fuori dalla piscina. Questa, però, è la mia prima gara ufficiale. La speranza è arrivare in fondo e, soprattutto, riuscire a tenere la rotta». Con i ragazzi dell’Insubrika c’è Viola Valli, loro allenatrice e testimonial della gara. Ha fatto la storia del fondo tricolore. «Le domande che mi rivolgono di più? - svela - Quelle sulle meduse. Ma qui siamo al lago e non ci sono, possono stare tranquilli. E poi sono preoccupati per le acque fredde. Devono sempre dimostrare il loro carattere. E non voglio andare a cercarli nelle parti basse della classifica».

 

Qualche metro più in là l’atmosfera è molto più rilassata. I ragazzi del team «Hic sunt leones» (nella foto sotto), nato come squadra di rugby in un liceo classico di Varese e ora evolutosi in polisportiva, si lanciano battute. Sono il gruppo più folto. In diciannove, ragazzi e ragazze, hanno ritirato la boa al banco iscrizioni. «È il quarto anno che una nostra delegazione si tuffa a Reno - racconta Marcello Amirante, 35 anni, agente di commercio ribattezzato Cello Tullio Cicerone dagli amici di un club che ha eletto il latino a sua lingua ufficiale - Ma mai così in tanti. Abbiamo iniziato ad allenarci il 25 aprile scorso, con un’uscita sul lago di Monate. L’obiettivo dei novizi? Sopravvivere». Anche perché il programma per il dopo gara è di quelli da non mancare. «Inizieremo con una mini-festa in spiaggia dove la birra la farà da padrone - continua Amirante - Poi ci trasferiremo a cinque chilometri da qui, dove abita uno di noi. Ci attende una grigliata gigante».

 

A prove come questa c’è sempre il coraggioso di turno. La palma, probabilmente, spetta a Paolo Eros Cerizzi, 36 anni, ingegnere brianzolo di Desio in forza al team Lombardia Nuoto. «Sono venuto a Leggiuno - rivela - per nuotare il percorso breve tutto a delfino». Un obiettivo ambizioso. «L’idea è nata un po’ per caso - riepiloga - Quando il mio allenatore mi ha raccontato che il migliore della sua squadra al massimo riusciva a percorrere 700 metri con questo stile, ho raccolto la sfida». Prima ha nuotato per 1.200 metri durante un allenamento. Poi ha disputato i 1.500 metri stile libero ai campionati regionali lombardi, ma coprendo la distanza a delfino. «Lì mi ha notato uno degli organizzatori della traversata - ricorda - E mi ha invitato a Leggiuno. È vero, è la bracciata più faticosa. Ma vuoi mettere la gioia di compiere un’impresa così?». Non c’è più tempo. Alle 15.05 i nuotatori entrano in acqua. In bocca al lupo. E attenti alle onde.