I Ronin, Giacomo Leopardi e il destino spietato

Parte da Varese il tour della band nata vent'anni fa tra western morriconiano e folk mediterraneo

I Ronin saranno in tour fino a dicembre

I Ronin saranno in tour fino a dicembre

Busto Arsizio (Varese), 27 settembre 2019 – Si ricomincia. Ventidue date in giro per l'Italia e l'Europa per un viaggio attraverso i “vecchi” brani e gli 8 inediti dell'ultimo disco firmato dai Ronin, “Bruto Minore” (BlackCandy Produzioni). Il tour partirà domani sera (sabato 28 settembre) dal Circolo Gagarin di Busto Arsizio, in provincia di Varese (via Galvani 2bis; inizio concerto alle 21, ingresso 8 euro), per una sorta di celebrazione dei 20 anni di onorato servizio iniziato quando Bruno Dorella, allora batterista dei Wolfango, decise di formare un gruppo che unisse il western morriconiano, l'isolazionismo chitarristico e il folk mediterraneo.

E' da lì che sono nati i Ronin (Bruno Dorella e Nicola Manzan alle chitarre, Roberto Villa al basso e Alessandro Vagnoni alla batteria). Scrivono pezzi che diventano colonne sonore di film, sonorizzano dal vivo “Lo Sconosciuto” di Tod Browning su richiesta del Museo del cinema di Torino, e ora l'ultimo lavoro in studio ispirato a una Canzone di Giacomo Leopardi, in cui si immagina il monologo di Marco Giunio Bruto dopo la sconfitta di Filippi e l'assassinio di Giulio Cesare. La sconfitta, tema sempre caro all'immaginario dei Ronin, ha per l'uomo di valore un'onorevole via d'uscita nel suicidio, visto come ultimo gesto per rimanere a testa alta di fronte all'insensibilità del fato e della natura verso le cose umane e verso i gesti di eroismo.

A questo tema si aggiunge, però, l'effetto straniante che il nome Bruto Minore ha su di noi oggi, evocando anche concetti violenti e brutali col nome Bruto, concetti invece “bassi”, quotidiani o di basso profilo nell'aggettivo Minore, che è anche un termine musicale piuttosto importante, soprattutto per i Ronin la cui produzione è per il 90% appunto in Minore.