Presidente della Repubblica, valzer di nomi: ora il centrodestra torna su Casellati

I due blocchi ai ferri corti, oggi nuovo voto. Salvini: ho il mandato, sceglieremo compatti uno dei nostri

Matteo Salvini al bar prima del voto (Ansa)

Matteo Salvini al bar prima del voto (Ansa)

Roma, 28 gennaio 2022 - "L’indecoroso show di chi ha scambiato l’elezione del Presidente della Repubblica con le audizioni di X Factor dimostra una sola cosa: bisogna far scegliere il Presidente direttamente ai cittadini". Di fronte alla violentissima sparata di Renzi è inevitabile citare Fabrizio De André: se non del tutto giusto, quasi niente sbagliato. In fondo, l’intemerata è comprensibile al termine di una giornata fatta di poche trattative e tanti nomi sparati a casaccio, in cui il caos ha raggiunto livelli quasi insostenibili. Con il centrodestra che, alla fine, decide di contarsi stamani alla quinta chiama su un nome di bandiera tra quelli già noti: a meno di ripensamenti, quello di Elisabetta Casellati. "Saremo compatti", promette Matteo Salvini. Il quale, a fronte di un esito, come molti prevedono, tornerà a vedere gli alleati con il mandato, a quel punto, di trovare un’intesa col centrosinistra su una figura condivisa. Forza Italia e i centristi spingono per Casini, ma la Meloni non ci sta. Un pezzo di coalizione spinge per Draghi, che paga l’ostilità dei vertici azzurri.

Presidente della Repubblica, quinta votazione in diretta. Lite su Casellati

Termina così un giovedì surreale. Che trova il suo apice quando Salvini lancia sul tavolo della destra una terna: il costituzionalista Sabino Cassese, l’ex direttore del Dis Giampiero Massolo e il presidente del Consiglio di stato, Franco Frattini. Pd, M5s e LeU alzano le barricate: "Basta con le provocazioni", tuona Enrico Letta. In un quadro tanto mosso – sussurrano osservatori del Palazzo – se la situazione sfuggisse ulteriormente al controllo torneranno in auge i nomi più papabili per una soluzione unitaria: quelli di Mario Draghi e di Sergio Mattarella che ieri ha ulteriormente aumentato i suoi voti a 166 (soprattutto M5s).

Arrivati quasi a un punto di non ritorno, la figura del premier potrebbe diventare non solo la scelta più credibile davanti ai cittadini, ma anche la garanzia di proseguire la legislatura. Nelle ore frenetiche che seguono la quarta fumata nera, il Draghi sente Silvio Berlusconi dopo giorni di tentativi: sabato la prima telefonata. E girano voci di un colloquio anche con Salvini. Nell’entourage del Cavaliere (che per qualcuno ancora non ha rinunciato al Quirinale) assicurano che l’ha chiamato "per fargli gli auguri di pronta guarigione". Gli sponsor di Draghi ad Arcore cercano di ammorbidire le posizioni del partito ma una visita di Antonio Tajani a Palazzo Chigi non serve a cambiare le carte in tavola: "Il premier rimanga dove è". Anche i leghisti draghiani premono su Matteo Salvini per convincerlo a siglare un accordo sul Colle e sul governo. A mettere il sigillo, potrebbe essere lo stesso Draghi con la nomina di un vicepremier pronto a prendere il suo posto. Di certo, Giancarlo Giorgetti da un lato e i governatori dall’altro provano a stoppare ipotesi sia estemporanee che concrete.

Come quella di Pier Ferdinando Casini, tornato però in auge dopo il vertice di centrodestra. Ieri mattina sembrava fatta, ma Salvini lo ha affondato: "È del centrosinistra". Poi è toccato ad Elisabetta Belloni: le sue quotazioni alle 12 si sono impennate tra gli applausi di Fd’I e dei 5stelle con Letta che, pur di chiudere, è pronto a ingoiarla. Ma Renzi, Di Maio e LeU la fucilano: esce di scena anche se qualcuno pensa che potrebbe rientrare in partita. Parte del Carroccio dice no a Cassese. Dunque? Si torna alla casella iniziale.