Cesano Boscone (Milano), 19 dicembre 2013 - «L’abbiamo strangolata perché non ci dava più soldi e vivere con lei era diventato impossibile». Anna Concetta De Sanctis, la pensionata trovata morta in un cantiere di Cesano Boscone, lo scorso 11 dicembre, è stata uccisa dalla figlia Daniela Angela Albano, di 39 anni e dal genero Gianni D’Agostino, di 44 anni, entrambi disoccupati. Un omicidio pianificato nei dettagli, premeditato. Lui ha reso piena confessione davanti alle evidenze probatorie, lei sarà interrogata stamattina dal pm Enrico Pavone. «Un omicidio di avidità e miseria morale», lo ha definito il procuratore aggiunto Alberto Nobili che ha coordinato le indagini del nucleo investigativo dei carabinieri. Il piano dei due assassini matura i primi giorni di dicembre, sono al collasso economico, hanno due figli piccoli, uno di tre anni e una bambina di un anno.

Non lavorano da parecchi mesi, di fatto li mantiene l’anziana donna, la sola che percepisce denaro: la pensione da ex operaia e quella di reversibilità del marito. In più l’anziana ha una casa di proprietà in Abruzzo intestata a lei e affittata. I figli le chiedono continuamente denaro, e qualche giorno prima di stragolarla le rubano anche tutti i gioielli, che lei custodiva in una cassaforte. Li vendono a un compraoro, la figlia e il marito incassano 5.500 euro, lei però si accorge che sono spariti, che la cassaforte è vuota e chiede spiegazioni, loro decidono in quel momento di farla fuori. Così la mattina del 5 dicembre Daniela e la mamma vanno a giocare alle slot in via Lorenteggio, le inquadrerà la telecamera. Poi, insieme tornano a casa per il pranzo e, con il genero, cominciano a litigare. Quando Gianni e Daniela uccidono l’anziana in casa c’è anche la bambina di un anno, mentre l’altro di tre è all’asilo. Chiudono la bimba in camera da letto, narcotizzano l’anziana e poi la stragolano, utilizzando i guanti per non lasciare impronte.

Le mettono il sacchetto sulla testa, la coprono interamente con un altro sacco più grande e poi la tengono nascosta in casa. Quel pomeriggio trascorre come tutti gli altri. La donna esce per andare a prendere l’altro figlio all’asilo e poi nel corso della notte, marito e moglie lasciano i loro cellulari in casa, salgono in auto, una Peugeot di grossa cilindrata e scaricano il corpo della donna nel cantiere di Cesano Boscone. Lo confermeranno le telecamere. Poi i due appoggiano il cellulare della vittima, acceso, in un punto ben visibile, in via Pasubio, e lo fanno squillare. In quel punto, la mattina dopo, lo troverà un albanese, che loro tenteranno di incolpare per depistare le indagini.

di Anna Giorgi
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