Peschiera, 29 gennaio 2013 - Bellaria, il Tar rimescola le carte. Accolto (in parte) il ricorso dei costruttori contro il Comune, ma il sindaco Antonio Falletta avverte: «Non è detta l’ultima parola. E la vittoria morale è tutta nostra: siamo stati i primi a schierarsi contro i poteri forti». Con un’ordinanza pubblicata in questi giorni, il Tribunale amministrativo regionale ha fatto segnare un nuovo capitolo nella travagliata vicenda del comparto edilizio di via Fallaci (sulla carta, 500 appartamenti corredati da parco e asilo). È qui che il Comune ha bloccato una parte dei lavori e negato l’abitabilità agli immobili già realizzati per problemi d’inquinamento acustico e per l’eccessiva vicinanza dell’area alla ditta chimica Mapei. Alle decisioni dell’ente locale Idea Fimit, uno dei soggetti edificatori, si è opposto, appunto, con un ricorso.
Ora il pronunciamento dei giudici ha stabilito che il provvedimento del Comune col quale, già nel 2012, era stata disposta l’interruzione del rilascio del certificato di agibilità «sia stato adottato senza che ricorressero alcuni presupposti di legge». L’ente locale, dunque è chiamato «a riattivare il procedimento». Inoltre, il prossimo 2 maggio il Tar si pronuncerà sulla legittimità delle delibere con le quali l’amministrazione Falletta ha deciso l’annullamento parziale del piano urbanistico, con lo stralcio di alcune opere (parco e asilo in prima battuta) che pure erano previste nel progetto originario.
I gruppi politici di opposizione cantano vittoria, a partire da Sel e Base Democratica, tra i primi a rendere noto il testo del Tar: «Si avvicina finalmente la conclusione del gran pasticcio creato da Falletta e dai suoi sulla questione Bellaria», dicono. Ma il sindaco contrattacca: «La sospensione dei lavori rimane in essere, almeno fino a maggio. Questa per noi è una vittoria. L’agibilità alle case? Sono disposto a concederla, a fronte però di alcune opere di protezione e compensazione che i costruttori dovranno realizzare». «Da questa vicenda – conclude Falletta – usciremo comunque a testa alta: siamo stati i primi a prendere posizione contro i poteri forti».
alessandra.zanardi@ilgiorno.net
© Riproduzione riservata