Motta Visconti, 26 gennaio 2012 - «Avvelenamento da inalazioni di fumi di scarico della fogna». È la diagnosi dei medici del 118 che l’altra sera, insieme ai Vigili del Fuoco di Abbiategrasso, sono intervenuti in massa alle palazzine Aler di via Alighieri, dove una trentina di persone, tra cui anche bambini, hano accusato i tipici sintomi da avvelenamento da monossido di carbonio: nausea, vomito, cefalea, capogiri, bruciore agli occhi e pressione alle stelle. In realtà, il penetrante odore di metano che si avvertiva ovunque attorno alla palazzina B era dovuto a un cedimento del collettore fognario. Con tutta probabilità, lo stesso che da quasi un anno rende irrespirabile l’aria per le sei famiglie che vivono nel caseggiato sovrastante. E che da 3 anni provoca allagamenti nelle due palazzine a tre piani costruite all’inizio degli anni Settanta, in cui in tutto vivono dodici famiglie.

«Dal 2010 abbiamo problemi alla fogna – racconta Monica Baiardi - con continui rigurgiti e allagamenti e gli scarichi del wc che ci ritornano dai lavandini. Il problema è cresciuto negli ultimi mesi, ma l’Aler ha continuato a disporre solo spurghi. Quasi uno ogni 15 giorni, ma non ha mai verificato che il problema non derivasse da cedimenti strutturali. E se liquame finisse in qualche intercapedine?».

In sostanza tutti temono una tragedia come quella della Casa di Riposo di Motta, crollata il 14 luglio 1994. Allora, infatti, proprio lo sversamento del liquame fognario nel vespaio sottostante l’edificio e la conseguente produzione di metano avevano portato all’implosione dell’edificio. Tale rischio è stato comunque escluso dalle verifiche compiute dai vigili del fuoco. Un tecnico arrivato da Milano, tuttavia, ha sancito la pericolosità dell’area interessata dal crollo della fogna, dove il cedimento del terreno ha provocato un dislivello di circa 30 centimetri.

«Siamo stufi di vivere nel degrado e nell’incuria e siamo stufi anche del menefreghismo di chi dovrebbe aiutarci e invece fa finta di niente» protestano Paola e Giuseppe Allevi. e i fratelli Angelo e Marialuisa Bollati. «Ancora adesso non sappiamo cosa abbia provocato il dislivello del terreno – protestano invece Angelo e Marialuisa Bollati -. Ci hanno detto che verranno a livellare settimana prossima, ma qui le cose da fare sono tante e nonostante le nostre segnalazioni nessuno interviene. Per sei anni non hanno fatto la manutenzione del verde e lasciano che la facciata cada a pezzi. Abbiamo i pilastri della cancellata rotti e il cancello che non si chiude e ci espone ai furti».

Un cahier de doléances, quello degli inquilini Aler di Motta, pieno zeppo, anche di nomi e cognomi degli impiegati che avrebbero finora lasciato cadere nel vuoto le loro segnalazioni. Da pochi giorni le case Aler di Motta sono passati dalla Filiale 4, con sede a Legnano, alla filiale di Rozzano. «Speriamo che adesso cambi qualcosa, in meglio».