Bresso, 3 novembre 2012 - Comitati e i residenti tornano a protestare dopo la caduta del piccolo elicottero all’interno del campovolo di Bresso di due giorni fa. "Questo incidente conferma i rischi segnalati da sempre". In poche parole, così non si può andare avanti. Tra i più agguerriti nel denunciare la scarsa sicurezza c’è Arturo Calaminici, coordinatore del Comitato "No eliporto nel Parco Nord": "Deve essere ripristinata la legalità nella zona sud-ovest. Occorre che tutti intervengano per risolvere la situazione. Tra questi, il Comune di Bresso, che appoggiamo nella battaglia. Ci vuole rispetto per le persone che abitano di fronte alla piazzola di decollo. I cittadini saranno costretti ancora a subire l’ inquinamento acustico, che viene prodotto dall’elicottero del 118 quando decolla e atterra?".

È passata solo una settimana dall’ultimo sit-in in via Grandi ma i gruppi impegnati contro gli eliporti non intendono proprio rassegnarsi: "La soluzione esiste — conclude Calaminici —. È stato firmato un protocollo a luglio. Gli elicotteri devono andare nella parte est dello scalo: ci sono già la piazzola e l’Hangar 3 a disposizione. Invece, Areu vuole riportare il servizio del 118 dall’Ospedale San Carlo di Milano sotto le case. In settimana, il comitato avrà una riunione, per continuare a fare la nostra parte".

Posizioni simili erano state espresse domenica scorsa durante la manifestazione indetta per dire «no» all’elisoccorso e alle strutture abusive dell’Areu. "Certi giorni i mezzi viaggiano a raso delle case di via Grandi e via Gramsci — racconta Silverio Vignetti  — Abbiamo già avuto degli incidenti con morti qui a Bresso, sempre per la caduta di elicotteri. Se ne avvenisse un altro, mortale, a questo punto sarebbe ampiamente annunciato». A temere più di tutti sono i residenti dei condomini che sorgono dinanzi all’eliporto.

Come Gianni Callegari, le cui finestre si affacciano sugli hangar dal quarto piano del civico 8 di via Gramsci: "Nessuno di noi è contro il lavoro dei medici del 118, ma non possiamo tollerare una convivenza impossibile — spiega — Rischi a parte, anche il rumore è insopportabile. Non capita di rado che scaldino i motori alle 6 del mattino. Senza contare l’odore di cherosene, che rende l’aria irrespirabile. Perché l’Asl non ci tutela su questo fronte?".

Il tema è aperto da almeno 6 anni, da quando il primo elicottero venne spostato dall’ospedale di Niguarda a Bresso. Ma in tutto questo tempo non si è riusciti a trovare una quadra. Anzi, nell’accordo siglato 2 anni fa si dice chiaramente che l’elicottero del 118 va trasferito oltre la pista dell’aeroporto, su un fazzoletto di terra tra le aree del Parco Nord e la vecchia caserma militare Aldebaran, lontano dalle case. Un compromesso possibile, ma tutto è ancora fermo. "È scandaloso quanto accaduto in questa vicenda — afferma Claudio Buffagli — Le istituzioni locali si devono ritenere responsabili. Chi deve badare al bene dei cittadini se non chi è al governo della città?". Enzo Marchiori e Luciano Grecchi, che coordinano uno dei comitati sorti per dire no all’eliporto, chiedono alle istituzioni di fare in fretta. "L’accordo di 2 anni fa è un punto di equilibrio che salvaguarda 118 e cittadini. Assurdo che Areu preferisca compiere un abuso, piuttosto che rispettare un patto".

di Giuseppe Nava e Rosario Palazzolo