San Giuliano Milanese, 29 agosto 2012 - Contro gli sfratti e il caro-casa, il Comune di San Giuliano rilancia la formula dell’«Affitto sicuro». Una particolare tipologia di contratto, dove l’ente locale si fa garante di un corretto rapporto fra proprietario e inquilino.
La convenzione prevede che un’apposita polizza fidejussoria, stipulata sotto la regia del Comune, tuteli il locatore in caso di morosità da parte dell’affittuario. Così, nelle situazioni d’insolvenza, il padrone di casa sarà coperto fino a un massimo di 12 mensilità. In cambio di queste garanzie, il proprietario s’impegna a richiedere all’occupante un canone calmierato.

Il progetto Affitto Sicuro è nato dalla collaborazione tra il Comune di San Giuliano e le organizzazioni sindacali di proprietari e inquilini. L’iniziativa prevede anche, per i padroni di casa, alcune agevolazioni fiscali sul fronte dell’Irpef e della tassa di registro. Il vantaggio è duplice: per il locatore, che può contare su un sistema di sgravi e tutele, e per il locatario, al quale viene richiesto un canone più basso rispetto ai costi di mercato. Gli interessati possono trovare informazioni e modulistica sul sito www.sangiulianonline.it, oppure in Municipio, dove l’ufficio Casa è aperto ogni mercoledì dalle 11 alle 13. Affitto Sicuro è solo uno dei progetti con i quali si cerca di contrastare l’emergenza abitativa. Un problema che in tutto il Sud Milano continua a mietere vittime.

Famiglie sotto sfratto, disoccupati, ragazze madri, immigrati e nuovi poveri vanno a infoltire la schiera di chi è in lista d’attesa per ottenere un alloggio popolare. Per poter soddisfare le richieste, i Comuni stanno tentando di potenziare, anche attraverso l’Aler e le istituzioni superiori, la quota di case low cost disponibili sul territorio. Un compito impegnativo, che assorbe risorse ed energie. A San Giuliano le iniziative in materia sono affidate all’assessore Pierluigi Dima, che di recente è riuscito ad aumentare di tre unità il numero degli alloggi popolari presenti in città. Non è molto, ma almeno qualcosa si muove.

di Alessandra Zanardi