Paralimpiadi, Alessia fa rotta verso Rio: "Un sogno diventato realtà"

La nuotatrice di Buccinasco in partenza per il Brasile: "Entrerò in acqua come se fossero tutte delle finali"

Alessia Berra, nuotatrice ipovedente di Buccinasco

Alessia Berra, nuotatrice ipovedente di Buccinasco

Buccinasco (Milano), 25 agosto 2016 - È un mantra e non deve diventare ossessione: «Bisogna continuare a lavorare e migliorare ogni particolare, perché in gara sarà necessario dare il massimo. È l’unica certezza». Alessia Berra, 22enne ipovedente di Buccinasco, dal 7 settembre difenderà i colori azzurri nel nuoto alle Paralimpiadi di Rio de Janeiro

«Ancora adesso faccio fatica a realizzarlo - confessa la milanese -. Sono molto emozionata per questa avventura e non vedo l’ora di essere in Brasile. Ho sempre nuotato facendo agonismo con i normodotati nonostante il mio difetto alla vista: porto gli occhiali fin da quando sono piccola e negli anni purtroppo sono peggiorata fino a diventare ipovedente. Questa convocazione mi ripaga di tutti i sacrifici che ho fatto, sono davvero molto emozionata». 

Alessia, insieme a tutta la Nazionale, ha appena terminato la rifinitura al Centro Federale di Ostia: la partenza per Rio de Janeiro è in programma il 30 agosto: «A Roma abbiamo curato gli ultimi dettagli. Le sensazioni sono positive e voglio ripetermi in gara». A Rio 2016 la fuoriclasse di Buccinasco, che è tesserata per la Polha Varese, nuoterà i 200 misti e i 50, 100 e 400 stile libero: «Entrerò in acqua come se fossero tutte delle finali - prosegue Berra -. Spero tanto di conquistare una medaglia, un successo che vorrei poi dedicare a tutti quelli che mi sono sempre stati vicini e mi hanno sostenuto in questo percorso». 

La disponibilità in questi anni l’ha condizionata nelle sue scelte: «All’inizio non ci facevo caso, a scuola avevo i libri ingranditi e miei compagni di classe sono sempre stati bravissimi perché non mi hanno mai fatto sentire a disagio. Le vere "mazzate" sono arrivate a 18 anni perché non ho potuto prendere la patente e per questo motivo non riesco a essere autonoma - conclude la 22enne -. Inoltre all’università volevo studiare Neuropsicomotricità dell’età infantile, ma alla fine ho dovuto optare per Scienze motorie».