Da Trezzano alla vetrina della Gioconda: Goppion crea le teche per l'arte mondiale

Non sono vetrine ma vere e proprie di ingegneria che devono resistere a ladri, vandali, agenti climatici e terremoti

Alessandro Goppion, Cavaliere del lavoro e imprenditore

Alessandro Goppion, Cavaliere del lavoro e imprenditore

Trezzano sul Naviglio (Milano), 24 settembre 2018 - Devono essere belle e discrete, certo. Ma devono anche proteggere da ladri, vandali, scosse sismiche e agenti climatici i capolavori dal valore inestimabile che contengono. Sono le teche che Goppion, azienda di Trezzano sul Naviglio con 50 dipendenti e altrettanti collaboratori in vari Paesi, realizza per i principali musei del mondo. Per dare un’idea: la teca che contiene e difende la Gioconda è stata realizzata qui nel 2004. Nel cortile dell’azienda che sorge in una zona industriale nella periferia di Milano ci sono pacchi destinati ai più importanti musei del mondo. Regno Unito e Usa in gran parte, ma anche Asia. E in Italia? Solo il 3% del fatturato dell’azienda proviene dai musei italiani. Qui, alle porte di Milano, vengono progettate e assemblate le teche con pezzi realizzati da altre aziende: una rete di artigiani specializzati che fabbricano i singoli pezzi ad hoc per le commesse dell’azienda milanese. 

«Possiamo contare su una rete di comaker ad altissima specializzazione in buona parte del territorio che ci permette di alzare il livello qualitativo di quello che realizziamo», spiega il Cavaliere del lavoro Alessandro Goppion (nella foto sotto), l’imprenditore alla guida dell’azienda. Stile sartoriale: non ci sono teche standard ma ogni pezzo viene progettato proprio per il museo che l’ha commissionato e, in alcuni casi, viene montato direttamente nelle sale. «Non sono armadi a vetro, ma vere e proprie opere di ingegneria», sottolinea Goppion. Qualche esempio? Le 40 teche realizzate per il British Museum sono formate da 22mila componenti diversi. Artigianato ad altissimo contenuto tecnologico, se si volesse utilizzare un’altra definizione. «Le nostre teche devono sempre percepire cosa succede all’interno, rilevando ad esempio l’umidità, e all’esterno con il comportamento dei visitatori - aggiunge Goppion - Sono oggetti connessi che si muovono verso l’internet delle cose». La svolta per l’azienda che nasce come una vetreria arriva negli anni ’90 con la richiesta di Buckingham Palace di realizzare le teche per i gioielli della Corona inglese nella Torre di Londra. «C’è stato un cambio di passo culturale nel nostro lavoro. Un lavoro di quel genere ci ha costretti ad innalzare la qualità nelle capacità gestionali nonostante il ritardo italiano nel project management», spiega Alessandro Goppion. Questo lavoro porta con sè anche una nota curiosa: i servizi segreti inglesi testano la teca con l’esplosione di bombe. 

La reputazione intanto cresce e l’azienda si aggiudica commesse in tutto il mondo, dal Victoria and Albert Museum, al British Museum al Louvre. Le vetrine del cavalier Goppion arrivano poi al Museum of Fine Arts di Boston e al National Museum of African American History & Culture di Washington Dc, dedicato alla cultura afro-americana, dove racchiudono l’abito indossato da Rosa Parks. Non solo opere di arte, le teche devono essere pronte ad accogliere e a conservare al meglio anche oggetti come la tuta indossata da Neil Armstrong sulla luna, un progetto al quale l’azienda sta lavorando. Ma tra i progetti più recenti ci sono anche quelli per il Museo nazionale di Stoccolma e per il National Museum di Oslo, oltre ai lavori per il Museo della cultura saudita dell’oasi di Atturaif e al nuovo Museo egizio al Cairo