Vizzolo e Colturano, il referendum si avvicina

Domenica 30 settembre si dovrà decidere se accorpare le due amministrazioni

Il sindaco di Vizzolo Mario Mazza e il collega Marilena Dosi

Il sindaco di Vizzolo Mario Mazza e il collega Marilena Dosi

Vizzolo (Milano), 21 settembre 2018 - Sull'ipotesi di una fusione territoriale tra i Comuni di Vizzolo e Colturano il clima si fa rovente. A 9 giorni dal referendum che chiamerà i cittadini a decidere se accorpare i due paesi già da qualche tempo uniti nella gestione associata dei servizi, si consumano le scaramucce tra i sostenitori e gli oppositori del progetto. Scambi di accuse e forti prese di posizione animano il dibattito, dentro e fuori i social network. L'atmosfera è calda soprattutto a Vizzolo, dove si prevede un referendum dall’esito quanto mai incerto e un risultato che potrebbe arrivare al fotofinish. Intanto, gli ultimi giorni di campagna referendaria si susseguono tra comunicati e manifesti, mentre il battage informativo si fa serrato, da ambo le parti, per cercare di fare proseliti, specie tra gli indecisi.

"Il comitato contro la fusione rifiuta senza ritegno ogni confronto pubblico richiesto dal comitato per il sì alla fusione, con un atteggiamento non democratico", incalzano i sostenitori vizzolesi dell’accorpamento. "Non temiamo il confronto, ma non vogliamo che i cittadini debbano assistere a una bagarre da mercato rionale", recita una nota diffusa da Catia Ghiringhelli, referente del comitato per il no. Questo è solo un esempio di quanto gli scambi tra le parti si stiano facendo accesi. E, per i prossimi giorni, è immaginabile che il dibattito diventerà ancor più serrato. Il referendum popolare è in programma il 30 settembre. Non servirà raggiungere il quorum, ma affinché l’ipotizzata fusione si concretizzi è necessario che in entrambi i paesi vinca il sì. Alle urne i cittadini dovranno pronunciarsi anche sul nome dell’eventuale nuovo Comune: Vico sull’Addetta, oppure Vizzolo-Colturano.

Secondo i fautori del progetto, l’accorpamento porterebbe con sé diversi vantaggi, dai contributi statali a favore del nuovo ente fino alla possibilità di attuare delle economie di scala per la gestione dei servizi. Benefici che, secondo i contrari, sarebbero solo uno specchietto per le allodole poiché la fusione ha il sapore della "manovra politica".