Trezzano, gli organizzatori di eventi: "Solo noi ancora chiusi"

Il grido di allarme di una categoria 'fantasma'

Luana Bellagente, titolare dell’agenzia Open Space che attende di ripartire

Luana Bellagente, titolare dell’agenzia Open Space che attende di ripartire

Trezzano sul Naviglio (Milano), 10 luglio 2020 - I primi a riaprire sono stati i ristoranti con consegne a domicilio. Poi, piano piano, la maggior parte delle categorie ha tirato su la serranda, abbassata forzatamente dall’emergenza covid. Bar, centri estetici, parrucchieri, negozi, hanno riaperto dopo il lockdown, anche se a scaglioni e seguendo precise norme anti contagio che comprendono distanziamento e uso dei dispositivi di protezione.

Pure i locali e le discoteche possono tornare ad accogliere clienti, anche se in tanti hanno dovuto abbassare definitivamente la serranda, schiacciati dalla crisi e da mesi di incasso zero. «Di noi, invece, nessuno parla, non sappiamo che fine faremo" allarga le braccia Luana Bellagente che di lavoro organizza feste ed eventi nella sua location di Trezzano, in via Foscolo. Dal 25 febbraio Luana ha dovuto chiudere la porta del suo "Open Space" e aspettare. Un’attesa infinita che dura ancora oggi, perché "la nostra categoria non è prevista da alcun dispositivo, nessun regolamento. Ho provato a mandare email, ad andare in Comune, poi dai carabinieri e infine dalla polizia locale: niente da fare. Nessuno sa dirmi con certezza quando potrò riprendere a lavorare. Siamo in mezzo a un disastroso caos". Luana non si lamenta della forzata chiusura, anzi: "La pandemia ha registrato lutti tremendi e cercare di arginare il contagio era la scelta giusta – annuisce – ma ora che il picco, per fortuna, è passato da settimane e che tutti stanno riaprendo, con nuove regole certamente da seguire, mi sembra giusto far sentire la voce anche di chi organizza feste ed eventi. Abbiamo perso una stagione importante e piena di lavoro tra comunioni, cresime, feste di fine scuola, di laurea. Maggio di solito è il mese più ricco di eventi. Noi in questo periodo non abbiamo guadagnato un centesimo e la prospettiva di non avere certezze per ricominciare a lavorare ci abbatte ancora di più".

A demoralizzare Luana, anche il fatto che "noi stiamo rispettando scrupolosamente le normative, ma che differenza c’è, a livello di regole da seguire, tra un posto dove viene organizzata una festa e un ristorante dove ci si può ritrovare con tavolate di persone? In giro vediamo anche che alcuni non si stanno facendo problemi a organizzare feste ed eventi, approfittando del fatto che non abbiamo linee guida specifiche. In giardini e case vengono allestite serate e cerimonie: qual è la differenza a farlo in modo più strutturato? La polizia locale mi ha consigliato di attendere ancora, per evitare problemi. Ma come facciamo a vivere senza incassi?". Luana sta pensando di riaprire almeno la parte organizzativa, cioè prendere prenotazioni per eventi futuri in modo da avere il tempo di prepararli, "in attesa che ci facciano sapere finalmente che cosa dobbiamo fare del nostro lavoro – conclude –. Il danno è stato catastrofico, non vogliamo essere costretti a chiudere per sempre".