Trezzano sul Naviglio (Milano), 14 aprile 2019 - E' stato finalmente approvato il progetto esecutivo relativo alla riqualificazione del parcheggio di Largo Risorgimento, l’area privata ad uso pubblico al centro di una querelle portata avanti a suon di carte bollate. L’amministrazione comunale ha tempo fino alla fine di luglio per effettuare un intervento “a regola d’arte” e mettere fine alle infiltrazioni d’acqua registrate dai proprietari dei box del condominio Sant’Angelo/Sant’Antonio, proprio sotto lo slargo “incriminato”. Se questo non dovesse avvenire nei tempi stabiliti, la penale prevista dalla Corte d’Appello per ogni mese di ritardo nell’esecuzione dei lavori è di 2000 euro. Proprio per evitare ulteriori costi e per mettere fine ad una controversia che è già costata ai cittadini circa 200 mila euro tra spese legali, perizie e risarcimenti danni, tutto è pronto per dare il via ai lavori.
Dopo le ultime indagini Terp (termografia elettrica ridondante a puntali) e le verifiche che hanno cristallizzato le condizioni attuali dei luoghi, il comune ha incaricato un professionista per la progettazione, la direzione lavori, il controllo sicurezza e la redazione del redazione del “Certificato di Regolare Esecuzione”, che dovrebbe archiviare definitivamente una questione che si trascina dal 2009, passando di amministrazione in amministrazione. E' da allora infatti, che i condomini dei boxes subiscono danni e disagi a causa di un intervento che ha evidenziato diverse negligenze nella sua realizzazione. Per i condomini, però, è ancora presto per cantare vittoria e poter deporre le armi. Le sentenze, infatti, hanno fatto emergere due particolari non di poco conto per la sicurezza (sovraccarico) e la gestione di quell’area ai piedi del Ponte Gobbo che comprende i parcheggi e il tratto di strada pubblica che sovrasta i box.
Così già qualche tempo fa, per tutelarsi, tramite il loro avvocato hanno diffidato il Comune a verificare al stabilità dei parcheggi e della strada declinando ogni responsabilità in caso di danni e intimando il Comune ad effettuare le prove di carico necessarie per garantire l’incolumità di persone e cose. Se questo non avverrà, visto che le sentenze hanno dichiarato nulla la convenzione siglata nel 2008 tra condominio e amministrazione e un nuovo accordo non è stato ancora sottoscritto, i condomini «si riservano in caso di inerzia del comune di procedere alla riacquisizione del pieno possesso dell’area di sua proprietà inibendone l’uso a qualunque terzo non autorizzato».