Esplosione a Trezzano, indagini a una svolta

Incendio alla “Tree of light”: c’è ancora butano pericoloso

 I vigili del fuoco in via Edison

I vigili del fuoco in via Edison

Trezzano sul Naviglio (Milano), 10 ottobre 2019 - Ancora dubbi da chiarire sull’incendio che ha divorato il capannone in via Edison il 20 settembre, ma le indagini potrebbero essere vicine a una svolta. Gli inquirenti concentrano gli accertamenti su due aspetti: il primo è chiarire l’origine dello spaventoso rogo scoppiato all’interno della ditta “Tree of light”, produttrice di articoli legati al commercio legale di marijuana. «Abbiamo sentito dei colpi, come una mitragliatrice», avevano raccontato sotto choc i lavoratori delle aziende vicine. Erano esplosioni di oltre 4mila bombolette di gas butano che, a una primissima ricostruzione, dovevano servire per riempire dei gadget. Ma i sospetti sono altri: il gas butano è utilizzato anche per l’estrazione del Butan hash oil, conosciuto come Bho o budder, un super concentrato di cannabis. È molto potente: le concentrazioni di Thc (il principio attivo) in questo olio arrivano a superare l’80%, ovvero dieci volte superiori a quello contenuto nella marijuana prima di sottoporla al processo. Una lavorazione pericolosa. Basta una scintilla per creare un’esplosione di grandi proporzioni e «il butano quando esplode continua a bruciare, si fa fatica a sedare un incendio scoppiato a causa di questo gas», affermano gli esperti. Ed è questo il secondo aspetto su cui si concentrano le indagini.

Se da una parte si cerca di dare risposta sulla causa che ha scatenato il rogo, dall’altra ci si chiede se dentro la fabbrica in realtà i responsabili della ditta non avessero organizzato una raffineria per l’estrazione del prezioso olio, da marijuana illegale, da rivendere poi a centinaia di euro per pochi grammi di olio solidificato. A gestire l’impresa di Trezzano, i due fratelli rimasti coinvolti nell’incendio: Giuseppe e Sergio Palumbo, 25 e 20 anni. Con loro anche un operaio, regolarmente assunto: Saverio Sergi, 66 anni. I due fratelli erano stati portati in condizioni gravissime in ospedale, con ustioni di secondo e terzo grado su torace e viso. Meno preoccupanti le condizioni dell’operaio. Ricoverato è rimasto solo il più giovane dei fratelli, mentre gli altri due feriti sono già a casa: tutti sono fuori pericolo, ma la guarigione sarà lenta.

Proseguono le attività anche sul fronte amministrativo: il sindaco Fabio Bottero ha firmato un’ordinanza indirizzata al proprietario del capannone, un imprenditore di Buccinasco, per rimuovere e smaltire, con personale specializzato, le migliaia di bombolette di gas rimaste ancora fuori dal capannone, «a tutela della pubblica incolumità e per prevenire eventuali situazioni di rischio e pericolo», si legge sul documento. «Abbiamo ordinato alla proprietà di adempiere alle prescrizione di Arpa – commenta il sindaco –. Dovrà inoltre recepire eventuali ulteriori indicazioni della Città Metropolitana, autorità competente in materia di rifiuti, e garantire la sicurezza delle operazioni di trasporto e smaltimento dei rifiuti. Non si rilevano condizioni di pericolo alle strutture – assicura il primo cittadino – né rilascio di sostanze tossiche volatili nell’ambiente».

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